Il Napoli ritrova un regista e non è un caso che, di conseguenza, abbia ritrovato la vittoria nonostante giocasse con un uomo in meno. Il 2-1 contro il Crotone rappresenta una vittoria importante, se non per la caratura dell’avversario, lo è stata per i tre punti ritrovati dopo le sconfitte contro Atalanta e Roma e per la compattezza di una squadra che, nonostante l’espulsione di Gabbiadini, ha dominato la partita. Le prestazioni negative di Jorginho camminavano in parallelo con le sconfitte azzurre, una squadra “regista-dipendente” non poteva continuare a produrre quella mole di goal (e di recuperi difensivi) con il perno del centrocampo fuori forma, ecco quindi l’occasione per Amadou Diawara. Il classe 1997 è giunto a Napoli dopo una estate difficile e, appena arrivato, ha avuto davvero poco spazio: 20 minuti in coppa in una partita compromessa contro il Besiktas e solo oggi il suo esordio in una partita fondamentale per il futuro partenopeo.
Diawara non ha avuto paura, non ha sofferto la pressione, è apparso sicuro (i calciatori del Crotone ancora stanno girando in cerca del guineano dopo una sontuosa veronica a centrocampo) e i numeri della partita confermano il suo peso sia in fase offensiva che difensiva. Nessuna palla persa in fase di costruzione, ben 66 passaggi completati (con l’86% di accuratezza), primo giocatore per chilometri percorsi con 11,686km (stesso primato che è solito caratterizzare Jorginho quando è in forma…), a questo si aggiungono numeri incredibili in fase difensiva. Come riferiscono le statistiche ufficiali della Lega Serie A, Amadou non ha commesso alcun fallo, è stato il miglior recuperatore di palloni insieme con Maksimovic e Allan.
I numeri da soli però non possono spiegare l’impatto di Diawara sulla partita, i suoi 184cm per 75kg indicano una fisicità insolita per un regista arretrato ma rappresentano un enorme vantaggio per il giocatore e per il Napoli rendendolo un mediano unico nel suo genere, la partita di oggi infatti ha mostrato un centrocampista mai in affanno fisico, mai in difficoltà quando si trattava di contrastare di forza un avversario. Sarri oggi nel post-partita chiedeva calma nei giudizi perché un giovane di 19 anni deve prima pensare a giocare e poi a godersi i complimenti. Sarri ha ragione una rondine non fa primavera ma, se le premesse sono queste, non può che gioire per avere tanta qualità a centrocampo, cosa che tra i top club europei non tutti possono garantire.