Una sconfitta che brucia tanto quella di Torino, ma che offre buoni spunti da cui ripartire. Tra le note positive non può passare inosservata la prestazione di Amadou Diawara. La società per lui ha fatto, tra lo scetticismo generale, un investimento importante, ma il talentuoso giocatore sta già ripagando la fiducia di club e tifosi. Giocare da titolare in una partita come quella dello Juventus Stadium, con i fari puntati e con la pressione per quella che è una delle gare più importanti dell’intero campionato, non è esattamente una passeggiata di salute. Eppure il giovanissimo centrocampista ha dimostrato di essere un vero veterano, con una prestazione sontuosa che probabilmente metterà in discussione la posizione di Jorginho come titolare di centrocampo.
LEADER SILENZIOSO – Il suo apporto nel match è fondamentale. Gioca un gran numero di palloni, non sbaglia e oltretutto riesce anche a guardare con buona visione di gioco i compagni che si smarcano davanti. Tutto questo avendo contro gente come Pjanic e Khedira, non certo gli ultimi arrivati. Non si tira indietro nemmeno una volta e nonostante sia solo un ’97 anche gli avversari lo rispettano e lo temono, ad esempio quando sollecita Mandzukic ad alzarsi da terra dopo uno scontro di gioco – con buona pace di chi lo aveva etichettato troppo prematuramente come inadatto a far parte della squadra.
INESAURIBILE – Se si pensa al fatto che non abbia svolto la preparazione estiva completa, il dato è ancora più impressionante. Corre dietro ad ogni pallone e quando non viene servito subito la palla se la va a cercare anche vicino a Reina, riuscendo poi a servire i compagni di squadra in modo preciso e con una calma glaciale. Nemmeno una settimana fa ancora doveva calcare il terreno di gioco, ora è il padrone indiscusso del centrocampo.
NUOVE GERARCHIE – Senza nulla togliere a Jorginho, che risulterà sempre utile e che ha sempre regalato prestazioni generose ma che vive un momento di appannamento, il nuovo titolare effettivo in mezzo al campo potrebbe essere proprio lui. A differenza del brasiliano è più dinamico, osserva con maggiore frequenza i compagni piazzati davanti senza per forza di cose passare dalla difesa e difficilmente commette ingenuità o falli ingenui. Questo ruolo e questo tipo di gioco sembrano essere stati cuciti appositamente per lui. È tutto sommato presto per poter giudicare e dare sentenze definitive – anche perché nel calcio non si deve dare niente per scontato – ma se il buongiorno si vede dal mattino la strada imboccata è quella giusta.
Adriano Conte
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