Senza bomber non si cantano messe: un gol ogni 13 tiri. E quella porta sempre violata…

Sono trascorsi quasi trenta giorni da quel maledetto 8 ottobre in cui il Napoli ha perso il suo punto di riferimento offensivo: Arkadiusz Milik. Da allora – esattamente da Napoli-Roma, una settimana dopo, al rientro dalla sosta – il club partenopeo ha collezionato tra campionato e coppe otto miseri punti in sette partite: due vittorie (Crotone e Empoli), due pareggi (Besiktas in trasferta e Lazio) e tre sconfitte (Roma e Besiktas al San Paolo, Juventus). Dieci reti segnate, undici subite. Numeri assolutamente non incoraggianti.

Ciò che però deve far riflettere, al netto degli scarsi risultati ottenuti, è il rapporto tra ciò che ha creato il Napoli, quanto ha raccolto e soprattutto quanto ha perso nonostante le poche occasioni concesse a partita. Ieri, ad esempio, la squadra di Sarri ha tirato 18 volte, di cui 8 in porta, mentre la Lazio soltanto 7, con 3 nello specchio. I gol, però, sono stati gli stessi.

Tiri del Napoli (blu: in porta; giallo: gol; rosso: fuori). Fonte: fourfourtwo.com
Tiri del Napoli (blu: in porta; giallo: gol; rosso: fuori).
Fonte: fourfourtwo.com
Tiri della Lazio (blu: in porta; giallo: gol; rosso: fuori). Fonte: fourfourtwo.com
Tiri della Lazio (blu: in porta; giallo: gol; rosso: fuori).
Fonte: fourfourtwo.com

GOL CON MILIK – Il Napoli con il suo terminale offensivo in 9 partite è riuscito a tirare 142 volte – 50 in porta (dati whoscored e fourfourtwo.com) – facendo 20 gol, di cui ben 7 del polacco (impatto del 35%). In percentuali un gol ogni 7 tiri (14.08%), con addirittura il 40% di realizzazione dei tiri in porta. Praticamente gli azzurri riuscivano a segnare un gol ogni 2,5 tiri nello specchio.

GOL SENZA MILIK – Dopo la sosta – e dunque con l’ex Ajax ai box – in 7 gare 131 tiri fatti (di cui 44 in porta) con 10 gol realizzati (7,63%). Uno ogni 13.1 tiri e ogni 4,4 nello specchio (22.72%). Dunque con l’assenza di Milik al Napoli servono circa il doppio dei tiri per fare lo stesso numero di reti.

RETI SUBITE – Allargando il discorso anche alla difesa, la squadra di Sarri ha subito 20 gol in 16 partite (1,25 ogni match) con 149 tiri e solo 4 volte su 16 la porta di Pepe Reina è rimasta imbattuta (Palermo, Chievo, Genoa ed Empoli). Un gol ogni 7,45 tiri, mentre se si contano solo quelli in porta – 48 – una rete ogni 2,4 conclusioni: quando gli avversari riescono a mirare lo specchio della porta il 41,7% delle volte la palla termina oltre la linea. Un dato sconcertante. Se però si analizzano le differenze nella prima parte di stagione – cioè prima della sosta e con Milik in campo – la percentuale si abbassa (34,6%, cio un gol ogni 2,9 tiri), mentre successivamente è più alta: il 50% dei tiri in porta si trasforma in rete. Agli avversari bastano 2 tiri per segnare, al Napoli più del doppio.

POSSESSO PALLA – È in media del 58,69% con sole 2 partite su 16 senza supremazia: a Torino contro la Juventus (49%) e a Kiev con la Dinamo (50%). I dati prima e dopo la sosta si equivalgono: senza Milik 58,42%, con Milik 58,89%.

Presi così sembrano solo tanti numeri inutili e fini a se stessi, ma in realtà svelano due amare verità. La prima – quella che balza subito agli occhi – è che al Napoli manca un finalizzatore. In proporzione senza il centravanti azzurro la squadra ha tirato di più, ma raccolto la metà. Inoltre la supremazia territoriale è la stessa in entrambe le fasi di quest’inizio di stagione. La seconda – ugualmente importante, ma meno sorprendente – è che gli uomini di Sarri concedono pochissimo agli avversari, ma lasciare la possibilità di tirare in porta equivale troppo spesso a subire gol. E le disattenzioni del singolo, che sia il portiere (come ieri contro la Lazio) o di un uomo di movimento (Koulibaly con la Roma o Jorginho col Besiktas) in queste ultime tre settimane sono aumentate notevolmente. Insomma, senza attaccante non si cantano messe e la facilità con cui si prende gol pesa il doppio.

Andrea Gagliotti

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