Tutino si racconta: “Ho commesso tanti errori ma ora sono maturo. Vi racconto quella volta che Behrami mi falciò. Se Sarri mi chiamasse…”

Bella intervista quella rilasciata da Gennaro Tutino ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Il prodotto del vivaio azzurro, oggi in prestito alla Carrarese, si è raccontato, in un mix tra passato, presente e futuro. In mezzo gli errori di una giovane promessa ambita da tutti e la consapevolezza della maturità raggiunta che ha permesso alla sua carriera una svolta necessaria e fondamentale.

Di seguito gli stralci più interessanti, raccolti dalla nostra redazione: “Facevo danza classica, a dieci anni. Il mio sogno era Amici, ma poi ho scelto il calcio ed il Napoli. Ma non ho ancora capito se ho fatto la scelta giusta” – racconta ridendo”. 

Il calcio nel destino, il Napoli dall’età di dodici anni. Poi la trafila nel settore giovanile. Poi qualche errore di gioventù, per sua stessa ammissione, ma ora alla Carrarese è giunto il momento della maturazione: “In due mesi ho perso cinque chili, ora sto molto bene. Sono sempre stato un po’ mangione ed in passato non mi gestivo così perché sono una testa di c****. Ma questo è l’anno giusto per il salto di qualità, me ne sono reso

Gennaro Tutino
Gennaro Tutino

conto in tempo. Prima pensavo “parlano di me, le qualità le ho e sarò calciatore”, poi ho capito che il successo si guadagna. Ora faccio una vita sana, mi impegno al massimo ed ho anche assunto una nutrizionista!”

Domenica scorsa è poi arrivato il primo gol per lui, nella sfida vinta per 4-1 contro l’Olbia: “Ci tenevo a sbloccarmi e devo dire che ho segnato in un giorno speciale: era il compleanno della mia ragazza, allo stadio col mio migliore amico. Soddisfazione tripla. 

Purtroppo ho commesso tanti errori, sia con i compagni sia con gli allenatori. Se non giocavo, ho capito, la colpa era solo mia perché gioca sempre chi merita. Ora se mi vien da dire una parolina mi controllo e seguo i consigli dei compagni più esperti. Mi sono infortunato nel periodo peggiore della mia carriera: ero in una piazza importante come Vicenza, col ripescaggio mi trovai in B. Mi sono rotto il crociato e, insieme ai miei errori, ho perso almeno un anno e mezzo. Poi sono tornato in sovrappeso, col Gubbio sono stato condizionato anche da questo. 

Però sono maturato e l’ho fatto questa estate in ritiro col Napoli, quando Sarri mi ha chiamato e la società mi ha prolungato il contratto di un altro anno dimostrandomi stima. Mi è scattata lì una molla: oggi sono un professionista esemplare e mi impegno al massimo per fare una vita regolare. 

Ho appreso tanto, soprattutto da Hamsik, professionista esemplare. Quest’estate lo vedevo, lui è il capitano ed è il primo ad entrare in campo, in silenzio. Io non sono nessuno ma penso di essere già arrivato. Ho capito che qualcosa doveva cambiare. Cavani? In una esercitazione 11 contro 0 buttava ogni palla dentro, e De Sanctis si innervosiva! “

Poi un retroscena: “Mazzarri interruppe l’allenamento una volta: sono un giocatore estroso e mi piace dribblare. Una volta in allenamento feci due dribbling su Behrami aspettandolo per il secondo. Dopo poco mi falciò entrandomi sulle gambe. Il tecnico interruppe l’allenamento, Cannavaro e Grava mi soccorsero e Behrami mi disse ‘Bimbo, a trent’anni non mi faccio prendere in giro da te’, ma alla fine la prendemmo a ridere. 

Poi qualche parola sul futuro: “Il mio procuratore mi disse che un club inglese mi voleva. Una volta mi chiamò Marotta, ero in scadenza. Ma il Napoli mi propose un triennale e non ho esitato un secondo. Mio padre mi portava al San Paolo quando eravamo in C, nei distinti. Ho un fratello ultrà, la mia è una famiglia di tifosi. Benfica? Aspetto la partita ma vinciamo 1-0 con gol di Hamsik!” 

La danza, come detto, era la sua passione da bambino. E quella attuale? “I miei capelli! Ci hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare pettinatura, Benitez mi diceva ‘se non te li tagli domani non ti faccio allenare’. Io ho sempre resistito ma se ora Sarri mi chiamasse al Napoli mi taglierei anche le orecchie!”. Poi PlayStation, qualche partita a tennis, le cene con la fidanzata e i tatuaggi: “A 18 anni ero già pieno, poi mi sono calmato. E’ uno dei cambiamenti che ho avuto maturando”. 

Gennaro Tutino è pronto, ormai. E chissà che, al termine di questa stagione, non arrivi la chiamata definitiva del Napoli. Di certo la strada è in discesa, il talento c’è, ora anche la testa. Se son rose, fioriranno.

 

 

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