ESCLUSIVA – Gli azzurri su Orsolini, l’ex allenatore a SpazioNapoli: “Vive per il goal, è perfetto per il calcio di Sarri! Ricordo quando a 12 anni…”

Ci sono storie di predestinati che talvolta vanno raccontate per intero. Perché il nome di Riccardo Orsolini è uno di quelli che sentiremo spesso in futuro. E allora no, non lasciamo che questo ragazzo passi inosservato in alcune righe sul calciomercato. Predestinato, dicono. 19 presenze e 4 goal nell’attuale campionato di B: numeri da grande. Sì, considerando che 19 è anche l’età di questo ragazzo prossimo ai venti. E per continuare ad elargire numeri, basta menzionare le 22 reti nello scorso campionato Primavera. Gli interessi delle big di Serie A si sprecano: c’è il Napoli, chiaro, eppure la concorrenza di Milan e Juventus è forte. Serve bruciare le tappe, perché arrivare per primi significherebbe accaparrarsi un talento dal futuro più che roseo.

RICCARDO ORSOLINI, LA VITA PER IL GOAL

La storia di Riccardo Orsolini parte da Ascoli, quando ad appena otto anni lo accolse a braccia aperte la scuola calcio della società marchigiana: “Sotto questo profilo è stata una fortuna per noi – racconta ai nostri taccuini Nico Stallone, ex responsabile del settore giovanile dell’Ascoli ed ex allenatore della Primavera – la scuola calcio è aperta a tutti. I genitori ci hanno visto giusto, hanno notato che era più forte degli altri e l’hanno portato all’Ascoli. Da ragazzino era piccolo e mingherlino, aveva un gran fiuto del goal e giocava come punta centrale. Viveva per il goal, sin dalla scuola calcio fino alla Primavera ne ha segnati a valanghe. Era un giocatore da area di rigore”. Poi l’intuizione vincente, quella da un milione di euro. O forse più, perché la valutazione di Riccardo sta già schizzando alle stelle. Per ora (e solo per ora) ne serviranno almeno 3 per far cedere l’Ascoli. “È stata una mia scelta spostarlo sulla fascia, quando abbiamo fatto la selezione per passare al settore giovanile. Era piccolo per i Giovanissimi ma aveva la qualità innata per il goal, detti l’indicazione all’allenatore Orsini di farlo giocare sull’esterno col piede opposto per avere la possibilità di rientrare e calciare”. orso

Logico, a tratti scontato, accostarlo a Berardi: “Sì, gli somiglia. La sua forza è che ha iniziato a crescere fisicamente, ha una grande esplosività. Il fatto di avere acquisito queste caratteristiche, unite ad un innato fiuto del goal, ha portato a un giocatore completo. Ha imparato a giocare dall’esterno sia per tagliare alle spalle dei difensori sia per rientrare e calciare. Nelle ultime partite gli ho visto fare cose pregevoli, ha fiuto del goal, cambio di passo e tecnica nell’uno contro uno. Dalle presenze dello scorso a quelle di quest’anno si nota una crescita continua, significa che ha potenzialità e sta crescendo ancora”.

IL PREDESTINATO

Storia di un predestinato, ma soprattutto storia di un rapporto speciale con il goal. Per un attaccante la rete che si gonfia è l’atto supremo di gioia, la realizzazione degli sforzi di novanta minuti di lotta: “Ricordo che a 12-13 lo trovai imbronciato alla fine di una partita che la squadra aveva vinto – ricorda Stallone – lui aveva giocato bene, ma era arrabbiato perché non aveva segnato. Si tratta di un ragazzo che ha sempre fatto goal, dalla scuola calcio alla Primavera ha sempre fatto la differenza. Sì, la bravura degli allenatori conta, ma lui è uno di quei calciatori che sono predestinati. Sono ragazzi che fanno percorsi importanti, lui si dimostra più forte degli altri da quando aveva otto anni. Ha migliorato certe cose crescendo fisicamente, da ragazzino non aveva questa struttura e quest’esplosività. Certo, con i nostri consigli abbiamo partecipato tutti alla sua crescita, ma esistono calciatori che hanno talento innato”. ORSOLINI MILAN

Ma all’interno del settore giovanile dell’Ascoli Orsolini non rappresenta semplicemente una piacevole eccezione. Il talento è ormai prassi lì nelle Marche: “Ci sono ragazzi importanti come Manari, un ’97 che gioca in prima squadra. È meno funambolico rispetto ad Orsolini: è un calciatore alla Insigne. Poi c’è Paolini, un altro ’97”. Il futuro, insomma, sta di casa al Picchio. Vedere (in campo) per credere. Poi, però, il materiale umano si sposta per seguire i propri sogni, va verso lidi calcistici prestigiosi. Napoli, per esempio. “Con il calore e la forza che trasmette ai calciatori può essere la piazza giusta. Riccardo è un ragazzo passionale, vive di emozioni e soprattutto vive per il calcio. Ed è perfetto per il Napoli di oggi, gioca nel 4-3-3 da quando aveva 13 anni. Per un calcio veloce e frizzante come quello del Napoli è ideale”.

Storia di un predestinato. C’è da poggiare la mano sul fuoco sul suo exploit e, soprattutto, c’è da riesumare una vecchia (quanto bella) frase di una canzone di De Gregori: “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”. 

Vittorio Perrone
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