Lorenzo Insigne, dall’infortunio all’eurogoal: Firenze è una regola

Il fucile s’è inceppato spesso, i tentativi da cecchino sono risultati velleitari e illusori. Lorenzo Insigne, di sfottò, ne ha racimolati in giro per l’Italia. Perché è napoletano (a Verona zittì il pubblico locale), perché tenta la giocata a giro ad oltranza. Con risultati spesso deludenti e derisori. Però, in fondo, l’ostinata fatica vince ogni cosa e gli errori insegnano a chi tenta. La fortuna, poi, aiuta gli audaci. Un mix descrittivo di frasi fatte.

LORENZO INSIGNE E LA FIORENTINA

Lorenzo Insigne alla fine c’è riuscito. Nella città più artistica d’Italia, lui – che porta il nome del più influente “signore di Firenze” della storia – ha trovato una giocata degna degli Uffizi. Una parabola, quella classica, che meriterebbe applausi di Brunelleschi. L’ha tentata più volte, quella giocata. Ad oltranza, tra fischi e scherno. Poi, la rivincita. Con un mix tra il tiro a giro di Del Piero e la maledetta – anzi, maledettissima – alla Pirlo. Già, la rivincita. La storia d’un legame, quello tra Firenze e Insigne, che parla proprio di rivincita.

La zolla di terreno del Franchi ove è partito il bolide potenza-precisione è poco distante da quella che il 9 novembre 2014 vide Insigne accasciarsi al suolo. Un contrasto con Ilicic volto a recuperare la palla, con la generosità che lo ha sempre contraddistinto. Il crociato, però, non ha retto: in campo Insigne è tornato soltanto nell’aprile dell’anno successivo. Le lacrime dopo il goal alla Sampdoria, ad aprile, furono toccanti quanto importanti. Questione di rivincita: un goal così bello cancella – eccome se lo fa! – un ricordo negativo. Niente lacrime stavolta, perché il passato è dimenticato e il ginocchio, di problemi, non ne ha dati più. Insigne è tornato ed è tornato più forte di prima, con quei 12 goal dello scorso campionato e i 5 realizzati in corso d’opera. “Io penso solo a fare bene, i ricordi li lascio indietro” ha dichiarato a metà partita.

lorenzo insigne infortunio
Lorenzo Insigne accasciato dopo l’infortunio

LA PARTITA DI LORENZO INSIGNE

Firenze è una regola. Ma, soprattutto, lo è la Fiorentina. E la finale di Coppa Italia è un ricordo tutt’altro che negativo: due goal e Coppa sollevata al cielo. Tra l’altro il primo arrivò dalla giocata classica: il tiro a giro, però di prima intenzione, preciso, piazzato e potente. Non bello come quello dall’ellittica traiettoria di ieri, ma d’un’importanza mastodontica. Così come è importante Insigne nello scacchiere del Napoli. I numeri della sua partita raccontano di 87 tocchi (più dei due compagni di reparto), perché Lorenzo è fondamentale per dare ampiezza ed allargare la manovra. E poi tenta la conclusione tre volte, intercetta – in fase difensiva – in due circostanze, dribbla gli avversari in altrettante situazioni. Lorenzo Insigne s’è ritrovato ad Udine e s’è benedetto a Firenze. Che, dalle sue parti, è una regola: stavolta, però, niente lacrime. C’è solo da sorridere.

Vittorio Perrone
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