CHAMPIONS LEAGUE PREMIUM – Mediaset è stata nel 2016 protagonista di uno scontro con Vivendi (società francese attiva nel campo dei media). In breve la società francese aveva provato una scalata ai vertici della società ai danni di Fininvest. Silvio Berlusconi in persona aveva definito ostile l’acquisto del 20% del pacchetto azionario della società di comunicazione. La querelle con Vivendi e il nuovo piano finanziario presentato a Londra, sembrano solcare un nuovo percorso per la società milanese.
Questo post in breve
CHAMPIONS LEAGUE PREMIUM: SPESE ECCESSIVE E CONCORRENZA AGGUERRITA
L’acquisto del pacchetto Champions League per il triennio 2015-2018 non è stato un successo. Quasi 700 milioni di euro spesi per i diritti TV ma con due handicap non trascurabili. Prima di tutto la Serie A TIM garantisce l’accesso solo a tre squadre nella massima competizione europea. Inoltre le pessime prestazioni della Roma hanno ridotto ulteriormente il numero di squadre a due, ad esempio, in questa stagione. Ad aggravare la situazione vi è la concorrenza spietata di un nuovo giocatore: Netflix. Solo nell’ultimo trimestre 2016, il colosso statunitense ha visto aumentare il numero di abbonati di 7,05 milioni di utenti (di cui 5,12 al di fuori degli USA). Secondo quanto riferito da Repubblica-Economia & Finanza, Mediaset ha un piano per uscirne. Un piano che non può assolutamente lasciare indifferenti gli appassionati di calcio.
LA EXIT STRATEGY: ADDIO CHAMPIONS E CONTENUTI TERZI
L’obiettivo è quello di rendere la PAY-TV sostenibile a prescindere dall’andamento delle aste per i diritti TV calcistici. Qualcuno come Business Insider azzarda che l’emittente milanese potrebbe non presentarsi alla prossima asta per la Champions League. Non esclude inoltre la possibilità di cedere i diritti della prossima stagione a Sky (per quanto concerne il criptato) e alla Rai per quelli in chiaro. Una audience media del 16% per la Champions è troppo poco se programmi come Ciao Darwin 7 e Amici raggiungono il 22%. La Exit Strategy? Come annunciato da PierSilvio Berlusconi ci sarà una suddivisione tra il comparto contenuti e quello infrastrutturale. In parole povere, Premium metterà parte delle sue bande al servizio di terzi che potranno trasmettere i loro contenuti sui canali Mediaset. La dirigenza milanese ha calcolato in circa 200 milioni i guadagni derivanti da una tale strategia. Una prospettiva che potrebbe attirare nuovi investitori stranieri e far così cambiare (si spera in meglio) i prezzi per gli abbonati.