La vendetta è servita. Il Napoli schiaffeggia i carnefici della scorsa Europa League e mette una seria ipoteca sull’uscita di scena dei “sottomarini gialli” del Villarreal dalla Champions e sulla propria clamorosa qualificazione alla fase ad eliminazione. E’ confermata la tesi secondo cui il Napoli mette alle corde le squadre che vengono a giocarsi la partita senza remore particolari, ma soprattutto senza lasciare il pallino agli azzuri, fattore che spesso ha messo in evidenza limiti tecnici in fase d’impostazione. Che non ce ne voglia Inler, il quale ha ben interpretato la doppia fase d’interdizione e d’impostazione, senza però brillare particolarmente; meglio Gargano, il quale sembra finalmente aver abbinato al dinamismo quella “calma agonistica” che ha permesso el mota di sbagliare molto meno e di recuperare una caterva di palloni. Hamsik, dal canto suo, ha fatto filtro ed è spesso servito in fase di non possesso, sepur gli resta attaccata alle calcagna l’etichetta di “uomo discontinuo”; quando riuscirà a liberarsi della sua ombra non osiamo porre limiti alle sue potenzialità. Dossena e Zuniga, per completare la zona di centrocampo, hanno svolto il compito affidatogli senza infamia e senza lode, guadagnando la piena sufficienza, lasciando vuota la casella delle sbavature, tenendo alta la dose di continuità fino al termine del match. In difesa segnaliamo la gara superlativa di Aronica, che da qualche partita a questa parte ha dimostrato di essere l’uomo del momento per la zona centro sinistra della difesa partenopea. Bene Cavani e Lavezzi, ma con ampi margini di miglioramento,sia per quanto riguarda la gestione della palla, ma anche nel fraseggio, ieri sera un pò latitante e, nelle poche occasioni, appannato ed impreciso, soprattutto considerando che squadre come il Bayern e il Manchester giocheranno senza risparmiarsi, concedendo gli spazi di cui gli avanti azzurri vanno a nozze. La classifica del girone a questo punto consente al Napoli di gestire la prossima gara con una preoccupazione meno votata all’esasperata ricerca della vittoria, mettendo da parte la pericolosa “ansia da prestazione” che spesso ha teso tranelli nei momenti topici delle precedenti competizioni. Certo è che la prossima gara al San Paolo col Bayern, spingerebbe a sognare ad occhi aperti, poichè al primo giro di boa, prima di volare a Monaco di Baviera per cominciare la traversata che ci porterà ad affrontare anche il City al San Paolo e l’ultima di Champions a Villarreal. L’obiettivo minimo a questo punto può di certo essere quello di conquistare ancora qualche punticino per assicurarsi almeno l’eventuale passaggio in Europa League nel caso in cui si riuscisse a far parte delle “migliori terze”, ma è meglio non chiederlo al Presidente, oramai catapultato ed ipnotizzato dalle sirene Champions (uno dei fattori principali è sicuramente quello economico). Come contraddirlo, soprattutto dopo aver visto ed ascoltato quelle immagini all’ingresso delle squadre,quando quella musica che, probabilmente per la prima volta nella storia della competizione,è stata intonata dai 60mila e passa tifosi azzurri,cantando a squarciagola l’ultima parola del jungle: “Champions” !. Sensazoni uniche, notte da campioni, undici leoni indomabili protagonisti: grazie Napoli!
Sergio Cecere