Questa volta no. Il Genoa non riesce nell’impresa dell’andata. Gli ospiti tengono sotto controllo gli azzurri solo per quarantacinque minuti, riuscendo ad annullare ogni fonte di gioco. Ma la ripresa è di tutt’altro spessore: i padroni di casa aumentano il pressing in fase di non possesso; aumentano il ritmo; muovono il pallone con maggiore velocità. E questo consente di alzare la linea difensiva di un bel po’ di metri in fase di possesso palla, ricostruendo le basi del gioco di Sarri, ovvero compattezza dei reparti, passaggi brevi e sempre finalizzati alla ricerca del lato forte del ricevente (o lato debole dell’avversario).
Una partita, quella vinta dal Napoli al San Paolo, che va, dunque, divisa in due: 1) prima parte, gestita dal Genoa, che riesce a portare continuo pressing e a creare 1contro1 in ogni zona di campo, costringendo la linea del Napoli a restare bassa; 2) seconda parte, ovvero secondo tempo, in cui il Napoli riesce a creare maggiore movimento senza palla e a dare ampiezza.
Questo post in breve
1° PARTE DI GARA: LE ARMI DEL GENOA E GLI ERRORI DEL NAPOLI
Come detto, nel primo tempo gli ospiti riescono a mettere in pratica le idee di calcio di Juric (e, perché no, anche del buon vecchio Gasperini che ha forgiato questa squadra come nessun altro probabilmente):
Differenze notevoli tra il palleggio del Napoli e quello del Genoa: gli azzurri vengono costantemente messi in inferiorità numerica, mentre gli ospiti – in fase di possesso – riescono a trovare diverse soluzioni di passaggio:
2° TEMPO: IL NAPOLI AUMENTA IL VOLUME DI GIOCO
La ripresa è di tutt’altro spessore, con il Napoli che riesce a ritrovare tutte le sicurezze del gioco voluto da Sarri. Il tutto favorito dal calo fisico e mentale del Genoa. Come era ovvio aspettarsi, gli ospiti non riescono a mantenere i ritmi di pressing della prima metà di gara. La mancanza di pressing e il giocare in 1contro1 con difesa altissima va a nozze con la rapidità di palleggio del Napoli e il grande lavoro senza palla degli uomini di Sarri:
Il rischio che si corre quando non si applica tutto il pacchetto di gioco che vuole esprimere il Genoa è quello di regalare spazi agli avversari. E il Napoli li sfrutta a dovere:
IL GOAL DI GIACCHERINI: UN CAPOLAVORO DI MERTENS
La rete di Giaccherini che chiude la gara al 68′ è un vero e proprio capolavoro di Dries Mertens. Un’opera d’arte la giocata del folletto belga che brucia il diretto avversario, Burdisso, nonostante questi avesse notevoli metri di vantaggio. Il tocco dentro per Giaccherini è uno spettacolo: tutto così semplice. Eppure non lo è:
Salvatore Nappo
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