Non è stato facile l’ultimo periodo in casa Napoli per Fabio Quagliarella. La brutta disavventura con lo stalker Raffaele Piccolo si è conclusa quest’oggi, quando il giudice monocratico Ernesto Anastasio lo ha condannato in primo grado a quattro anni ed otto mesi di reclusione, comprensivo di interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e risarcimento del danno in separata sede.
Il poliziotto della postale – si legge sul portale online di Repubblica – si era trasformato da amico a stalker di alcune celebrità, tra cui appunto Quagliarella. Il trentaquattrenne si era affidato a lui per risolvere alcune faccende legate alla sua password di Messenger: inizialmente il signor Piccolo chiedeva in cambio magliette ed autografi, poi la situazione è degenerata, con minacce di morte e lettere anonime alla società Napoli, nelle quali Quagliarella veniva identificato come un camorrista o uno stalker. Lo stesso trentaquattrenne si è detto soddisfatto di quanto deciso dalle autorità competenti: “È stata fatta giustizia”, ha esclamato.
Sul punto si è anche espresso il padre Vittorio: “Questa storia è finalmente finita: io ho seguito ogni udienza perché volevo la verità. Abbiamo capito le motivazioni della società quando è stato ceduto Fabio alla Juventus. Siamo soddisfatti del risultato della sentenza, ma c’è un pizzico di amarezza per come sia finita la storia con il Napoli. Fabio ha sempre amato la maglia azzurra”.