Nessun campanello d’allarme. Per fortuna. Perché la sconfitta di Madrid con veleni finali tra De Laurentiis e Sarri avrebbe potuto lasciare strascichi sul campo. In virtù anche del bavaglio imposto alla squadra tramite il silenzio stampa. Il Chievo, d’altronde, è avversaria rognosa, specialmente quando ha poco per cui preoccuparsi in classifica. Nessun campanello d’allarme è dovuto suonare, fortunatamente.
Il Napoli c’è, non se n’è mai andato. Gioca come sa, come gli ha insegnato il suo allenatore. Ha bisogno, però, della giocata individuale per sbloccare una gara chiusa. La trova alla mezzora Insigne, con la più classica delle soluzione: la convergenza verso l’interno, il tiro a giro sul palo più lontano. La perla che sblocca il risultato è un toccasana, dirige la partita verso un binario ben preciso.
Insigne è in partita, probabilmente nel miglior momento della sua stagione. Lo ha dimostrato con il goal dell’illusione a Madrid, lo conferma con l’ottavo sigillo del suo campionato. Eppure la sua partita non si limita alla prodezza del vantaggio, prosegue tra un enorme sacrificio in fase difensiva e un piede sempre caldo.
Ispira la rete di Zielinski con un tocco d’esterno che smarca il polacco al limite dell’area. Ma i numeri raccontano al meglio la sua prestazione: calcia quattro volte, tocca 80 palloni sprecandone pochissimi (90% di media per passaggi riusciti). Sì, è Lorenzo Insigne il migliore in campo di Chievo-Napoli. L’unico, secondo ADL, ad aver sfoggiato la proverbiale “cazzimma” in quel di Madrid. L’unico ad aver parlato prima del silenzio stampa, con la carica suonata nei confronti del Real. “L’impresa è possibile” dice. Specialmente con un Lorenzo così.