FALLIMENTO TESSERA TIFOSO – Ci risiamo. Il Prefetto di Torino, con disposizione odierna, ha chiuso il settore ospiti dello Stadium per la semifinale d’andata di Coppa Italia tra Juventus e Napoli di martedì prossimo. C’era da aspettarselo: i rapporti tra le due tifoserie sono pessime, e quest’anno c’è un fattore nuovo che ha fatto propendere per questa scelta.
Alcuni gruppi organizzati del tifo partenopeo infatti, hanno deciso ad inizio stagione di sottoscrivere la tessera del tifoso, e di tornare in trasferta dopo tanto tempo, contravvenendo quella sorta di “codice ultras” che si era venuto a creare tra la maggior parte delle tifoserie italiane. Nessuna trasferta, niente schedatura, e di fatto niente tessera del tifoso. Per questo la decisione del Prefetto di Torino non sorprende. E, tuttavia, impone una riflessione seria, che dovrebbe essere portata al vaglio delle massime istituzioni preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico negli stadi.
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FALLIMENTO TESSERA TIFOSO, IL 2 GIUGNO LA RESA DEI CONTI
La tessera del tifoso, sic stantibus rebus, ha fallito la prova. Non ha più ragion d’esistere. Perché il provvedimento, voluto da Maroni nel 2009, ha sortito i suoi effetti per un po’ di tempo: è stato, passateci il paragone, come spazzar via lo sporco sotto il tappeto. Perché, nel frattempo, la violenza è scomparsa dagli stadi, ma non dalle vicinanze degli stessi. Fuori, tra le opposte tifoserie, si è continuato a combattere. In alcuni casi, purtroppo per noi, finanche ad uccidere. Insomma, la tessera del tifoso non è servita a niente. Se non a spillare un po’ di soldi (ancora) ai tifosi, e a complicare ulteriormente una procedura di vendita dei biglietti già difficoltosa (in Italia) di suo.
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Ora è auspicabile (ma possiamo anche sbilanciarci: è quasi certo) che lo stesso provvedimento di Torino venga adottato anche dal Prefetto di Napoli in vista della partita di ritorno. Noi conserviamo negli occhi le scene di Madrid, dove quindicimila napoletani hanno invaso una capitale europea (ultras compresi), venendo accolti con calore e rispondendo allo stesso modo: in maniera colorata e sempre civile. E aspettiamo con ansia venerdì 2 giugno, data in cui si dovrebbe giocare, a Roma, la finale di Coppa Italia. Usiamo il condizionale e trepidiamo (Juve e Lazio permettendo), curiosi: cosa succede se all’Olimpico si dovranno affrontare Roma e Napoli? Saranno capaci, le nostre Istituzioni, di organizzare un servizio d’ordine impeccabile, per una volta?
Vincenzo Balzano
TWITTER: @VinBalzano