Non è vittimismo, ma una semplice richiesta: gli stessi pesi e le stesse misure per tutti!

Quante volte avete letto accuse, ai napoletani soprattutto, di vittimismo? Quante altre volte non ci avete creduto e quante altre ancora vi siete rifiutati di credere, anche lontanamente, alla questione, sempre attuale, dei due pesi e delle due misure.

Tuttavia, in certe occasioni, risulta difficile credere alla buonafede e non pensare che in fondo ci sia una certa disparità di giudizio nel giudicare falli grossomodo simili. Il riferimento è ovviamente alla discussa partita giocatasi ieri tra Juventus e Napoli, che ha visto i bianconeri trionfare per 3-1 nella semifinale di Tim Cup con l’assegnazione di due rigori giudicati inesistenti dal Napoli.  Tante reazioni rabbiose, poche, invero, quelle “pro” Juventus: addirittura il Mundo Deportivo, giornale spagnolo, non di certo di Frattamaggiore, ha avuto qualche perplessità. 

La mente di molti è tornata al 1998, quasi vent’anni fa: rigore non dato a Ronaldo, cambio di fronte e rigore dato a Del Piero. Ieri sera un déjà-vu: contatto Pjanic-Albiol, nessun rigore. Cambio di fronte, Reina tocca palla e poi impatta su Cuadrado: rigore. Con tutte le differenze del caso c’è da dire: lì l’Inter perse uno scudetto, la ferita è ancora aperta. Il Napoli avrà comunque possibilità di giocare una partita al ritorno che potrebbe rimettere tutto in discussione.

Bonucci prende palla, è chiaro: Icardi, dopo, cadrà. Per Rizzoli non ci sono gli estremi per il rigore.

Non è vittimismo, sia chiaro: lo si dice per spegnere sul nascere ulteriori polemiche. E per dimostrarlo non serve andare indietro di vent’anni ma spostare la lancetta di qualche settimana: Juventus-Inter dello scorso cinque febbraio. Più di un contatto dubbio in area bianconera, ma quello che fa storcere il naso è un intervento di Bonucci su Icardi: il bianconero prende, lo si vede dall’immagine a destra, la palla ma, nell’impatto, travolge il capitano nerazzurro. Nessun calcio di rigore perché è nelle leggi della natura la caduta di un corpo se urtato da un altro o da più.

Anche ieri sera qualche episodio dubbio: anche il fallo presunto su Albiol rientra tra questi anche se, visto il metro di giudizio adoperato da Valeri, fischiare rigore in quell’occasione non sarebbe sembrata una scelta chissà quanto strana. Sul cambio di fronte Dybala lancia Cuadrado, Reina prende palla e travolge il colombiano, come d’altronde inevitabile: è calcio di rigore. 

Lo ripetiamo ancora una volta, questo non è vittimismo: il Napoli ha praticamente rinunciato a giocare nel secondo tempo, non tirando mai nella porta bianconera. La Juventus, invece, complice l’intuizione di Allegri di cambiare modulo inserendo il colombiano, ha dominato in lungo e largo. Qui si contesta solo la disparità nel giudizio, un fenomeno sempre crescente nel calcio italiano. Due pesi e due misure, non vi sono altri modi per descrivere questa situazione. Il Napoli dovrà pure giocare il torneo della parrocchia, come ha detto qualcuno. Tanto meglio, se sui campi di calcio, in Italia, si deve assistere ancora a scene come quelle di ieri sera.

GENNARO DONNARUMMA

 

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