Maurizio Sarri e la sua Toscana, un amore indissolubile. Tornare a casa lo mette sempre di buonumore, cosa che raramente capita al tecnico del Napoli.
Come scritto da Il Mattino, Sarri era un bancario, come voleva suo padre, che però pensava tutti i giorni, tutte le ore, al pallone. E così, pian piano, è arrivato nel suo intento. Ad Empoli c’era un ambiente tranquillo, adatto ad una persona riservata come lui. Allenamenti a porte aperte, pochi tifosi ad assistere con cui scambiare quattro chiacchiere.
Poi a casa: già, perché anche lì era tutto un campo di allenamento-casa. Pochi gli inviti a cena fatto, tra i fortunati il da Carli (con cui ha sempre avuto un buon rapporto) e Martusciello, il suo vice e attuale allenatore dei toscani. Sarri lo voleva come suo vice anche al Napoli, ma Martusciello ha preferito la scalata in solitaria.
Sarri era molto scaramantico, e uno di questi riti era piuttosto particolare: dare da mangiare al cane del vicino. Inoltre si coccolava i giocatori della primavera, l’idea di avere una squadra a chilometro zero, come l’Athletic Bilbao, lo stuzzicava e non poco.
Ora Sarri torna a casa, proprio dove, una partita, sembrava gli sarebbe costato la panchina del Napoli. Quel 2-2 proprio non andò giù, ma De Laurentiis ebbe fiducia in lui. E fece bene, perché da quel momento Sarri abbandonò il trequartista e passò al 4-3-3, modulo che ha fatto la fortuna del suo Napoli.
Ora la partita, poi la mancanza di allenamenti per due giorni gli permetterà di tornare finalmente a casa dove manca addirittura da Natale.