La sesta e, fin qui, più discussa giornata di campionato è agli archivi. Ci lascia a meditare per due settimane (in mezzo c’è la pausa per gli impegni della nazionale) sui nuovi rapporti di forza che si sono venuti a creare tra le potenze in declino del passato recente e le nuove realtà del presente e, secondo i progetti in atto , del futuro.
Voto 4 all’arbitro Rocchi, ai moviolisti e all’Inter. Inter – Rocchi 0-3. Questo è stato il tormentone del popolo nerazzurro da sabato sera sino ad oggi e chissà per quanto altro tempo. Andiamo con ordine a motivare il 4 di comitiva. L’arbitro e le sue decisioni hanno inciso sul risultato. Ha condizionato l’esito di una partita fino a quel momento molto equilibrata. Negli studi televisivi è stato fatto un gioco al massacro. Sono stati mostrati a ripetizione: il fallo (dubbio) che ha scaturito la prima ammonizione di Obi, il rigore assegnato al Napoli (nettamente fuori area) con conseguente altra ammonizione di Obi (giusta, ferma un’azione potenzialmente pericolosa), il calcio di rigore tirato e sbagliato da Hamsik e poi ribadito in rete da Campagnaro entrato in area prima che il compagno calciasse. Fin qui il 4 agli opinionisti non avrebbe senso, sono state dette cose giuste. Il problema è che quanto detto è parte di una realtà decontestualizzata. Mi spiego. Obi al quinto minuto atterra Maggio tenendolo per un braccio (di norma, la trattenuta per fermare un contropiede è da giallo, ergo prima ammonizione non data al nigeriano ma solo rinviata); se rivediamo tutti i calci di rigore battuti nella stesa giornata di campionato, nelle altre partite, notiamo che c’è sempre stato qualche giocatore entrato in area prima dell’esecuzione del tiro. Inoltre, il più grosso errore dell’arbitro è stato non sospendere la partita,con conseguente 0-3 a tavolino, come impone il regolamento FIFA, in seguito ai continui cori razzisti contro il popolo napoletano, come documentano i video che circolano per la rete, da parte di quei supporters nerazzurri (voto 0), parte dei quali hanno pensato bene di abbandonare lo stadio a metà del secondo tempo. Anche Massimo Moratti, che da tutti è considerato un “gran signore”, si è lasciato andare a dichiarazioni forti nei confronti di Rocchi (“non lo voglio più vedere”), chiedendo esplicitamente la sua sospensione, pretendendo che questi non fosse mai più designato a dirigere una partita dell’Inter. Ma quest’ultima cosa non è ciò che si contesta a Moggi nell’ambito di calciopoli? La differenza è che l’ex DS della Juventus lo faceva tramite telefono cellulare mentre il presidente nerazzurro lo fa in diretta TV, qualora venissero confermate le indiscrezioni (si parla di lungo stop per Rocchi). Morale della favola: sono stati sminuiti i meriti del Napoli (voto 7) che, nella ripresa, anche se con un uomo in più, ha annullato l’Inter.
Voto 2 al Milan o voto 8 alla Juventus? Il Milan troppo debole o la Juventus troppo forte? In questi casi la verità sta in mezzo e una cosa è la causa dell’altra. Da ragazzini chiamavamo “porta americana” quel gioco in cui si sfidavano due squadre ma il portiere era unico per entrambe e bisognava far gol nella stessa rete (che nei cortili della nostra infanzia era sostituita da un cancello, un garage o uno spazio tra due zaini). Ebbene, Juve – Milan mi ha riportato alla memoria quel gioco. Buffon è stato impegnato come un ausiliare del traffico in un’isola pedonale. Dall’altra parte Abbiati è stato costretto a fare gli straordinari e, all’ultimo minuto ne ha pagato lo stress. Rivedendo i gol della Juve, quella dei bianconeri può sembrare una vittoria dovuta al caso, ma in realtà è stata frutto di un dominio per tutti i 90minuti.
Voto 3 a La Gazzetta dello Sport. Sulla prima pagina del 30.09 è riportato un virgolettato di De Laurentiis il quale definisce il Napoli fortunato come il 7 di Hamsik. La frase fa storcere il naso perché Hamsik ha la maglia numero 17 e non 7, e poi cosa c’entra il 7 con la fortuna? Leggendo l’articolo all’interno ci si rende conto che c’è stato un errore da parte di chi ha redatto il titolo. Un errore ci può stare, ma sul titolo in prima pagina del quotidiano più letto d’italiano no, eh!
Voto 5 a Luciano Moggi: uno degli uomini più competenti di calcio in assoluto, ex direttore sportivo di successo, ora editorialista molto seguito. I suoi interventi su tv, radio e siti di informazione sono opinioni e giudizi interessanti sul calcio, salvo poi concludersi sempre con un’arringa difensiva nel processo calciopoli. Lucià, ci hai stancato più di Andrea Agnelli e dello scudetto del 2006.
Voto 8,5 all’Udinese. Cede i propri campioni a cifre vertiginose. Acquista ragazzini di belle speranze a 4 soldi. Eppure è sempre lì, a lottare per i primi posti in classifica. Ottimamente allenata, riesce a non far rimpiangere Inler e Sanchez. Ora i gioielli sono Asamoah, Armero, Benatia e Isla. Bravi i Pozzo.