C’è da mangiarsi le mani… Il bilancio della spedizione azzurra al Torneo di Viareggio tra sorprese, certezze e rimpianti

Che occasione sprecata“. Era questo il commento più gettonato tra gli spettatori che abbandonavano lo stadio “Raso-Scaramuccia” di Levanto, in provincia di La Spezia, al termine della gara di Viareggio Cup tra Napoli e Bruges finita 0-2. Già, perché la sensazione è che gli azzurrini abbiano davvero gettato al vento la possibilità di approdare in semifinale (traguardo che mancava da ben 20 anni), e forse anche qualcosa di più.

Sì, perché le grandi favorite per la vittoria del torneo, Inter e Atalanta, sono state a loro volta eliminate. In corsa per aggiudicarsi la Coppa Carnevale sono rimaste le formazioni Primavera di Torino e Sassuolo (prima semifinale), Empoli e Bruges (seconda semifinale). Tutte squadre ampiamente alla portata degli azzurrini che avrebbero davvero potuto ambire al successo finale, che manca ormai dal 1975 (unica vittoria nella storia del Napoli al torneo di Viareggio).

Una gara dominata dal primo al novantesimo minuto, palle gol create a più non posso, e un arbitraggio che ha penalizzato non poco i partenopei (APPROFONDISCI QUI). Ma alla fine i belgi con due soli tiri in porta hanno passato il turno. Il gioco del calcio è così. Il Napoli chiude la rassegna con 2 pareggi, 2 vittorie e 1 sconfitta all’attivo. A torneo finito si può trarre un bilancio della spedizione azzurra, che certamente ha mostrato aspetti positivi ed altri su cui bisogna continuare a lavorare.

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I RIMPIANTI

Detto delle tante occasioni sprecate nella gara con il Bruges e dell’arbitraggio negativo che ha influito sull’eliminazione, bisogna comunque evidenziare alcuni aspetti negativi mostrati in maniera atavica dal Napoli. In primis le palle inattive. Gli azzurrini soffrono maledettamente su punizioni e calci d’angolo, soprattutto quando la palla spiove sul secondo palo. Bologna e lo stesso Bruges hanno trovato il gol proprio grazie a situazioni di palla da fermo, e una squadra dalle grandi ambizioni come il Napoli deve assolutamente rendere i calci piazzati un punto di forza.

Poca lucidità sotto porta e atteggiamento poco sereno. La partita con il Bruges ha dimostrato come al Napoli manchi ancora qualcosa per essere davvero grande. Impossibile fallire quattro palle gol nitide e pensare di arrivare in fondo alla competizione. Spesso sembra che la sfera scotti, segno di poca tranquillità mentale della squadra. Tranquillità che dovrebbe trasmettere il tecnico, che invece in alcune gare ha trasformato la formazione imbottendola di difensori badando solo a non prenderle. Quando in difficoltà la squadra si affida ai lanci lunghi, non avendo, però, nessun giocatore di stazza in avanti. Così si trasmette un messaggio sbagliato e il gruppo si smarrisce. Un pizzico di coraggio in più, anche in virtù dei prossimi impegni, non guasterebbe.

Anche le scelte di Saurini non hanno sempre convinto. Su campi pesanti ha inserito giocatori bravi palla a terra, decisione che si è spesso rivelata sbagliata anche se ha provato a mantenere lineare il gioco della squadra (l’attenuante, in questo caso, è data dall’organizzazione approssimativa di chi cura i campi del Torneo di Viareggio). La distribuzione delle forze, poi, lascia perplessi: ci sono ragazzi che hanno disputato tutti gli incontri senza mai essere sostituiti. Altri tenuti fuori seppur in palese condizione straripante. Qualcuno non ha addirittura mai visto il campo, scelta poco consona ad un torneo dove si scende in campo ogni due giorni. Anche lui, da questo punto di vista, poteva fare di più.

Alle note negative di questo torneo va aggiunto anche il nuovo acquisto, Alessio Zerbin, che non è mai riuscito ad esprimere le proprie qualità nell’arco della manifestazione. Forse un calo di condizione e i campi di gioco certamente non all’altezza, hanno condizionato il rendimento di questo esterno offensivo classe ’99 che fa della tecnica e del dribbling stretto le sue armi migliori. Di lui si ricorda soltanto un calcio di rigore conquistato dopo 10 minuti di partita all’esordio con il Camioneros e nulla più. Da un giocatore con le sue qualità, titolare inamovibile della Nazionale Under 18, è lecito aspettarsi di più. Le occasioni per rifarsi non mancheranno.

NOTE POSITIVE

Questo torneo di Viareggio ha messo in mostra una serie di ragazzi che hanno davvero colpito gli addetti ai lavori. Calciatori che non sempre rubano l’occhio ma che in un torneo così ricco di partite ravvicinate ha fatto emergere qualità organiche, tecniche e di tenacia al di sopra della media.

La copertina va certamente a Luigi D’Ignazio, terzino mancino classe ’98 che ha arato la fascia sinistra in tutte le partite della Coppa, schiacciando qualsiasi avversario si sia messo sulla sua strada. Insuperabile in fase difensiva, motorino inesauribile che ogni volta che può si spinge in avanti per dare supporto ai compagni d’attacco. Dalle sue percussioni sono scaturite tante occasioni pericolose per il Napoli. Tanto che probabilmente Saurini, in certi tipi di partite dove l’atteggiamento della squadra deve essere più accorto, potrebbe addirittura pensare di impiegarlo da esterno alto. In 11 giorni ha messo nelle gambe 450 minuti, senza mai essere sostituito. Una specie di record. Se non l’avessimo visto potremmo pensare che abbia un polmone di riserva nascosto da qualche parte. La società deve solo augurarsi che il percorso di crescita di questo ragazzo continui senza intoppi.

Altre note positive sono state le prestazioni di tutto il torneo dei centrocampisti Diego Acunzo e Gennaro De Simone. Il primo, Acunzo, classe ’98, è sempre tra gli intoccabili del tecnico Saurini, ma ha sorpreso per costanza di rendimento e qualità delle giocate. Utile sia in una mediana a 2 che in un centrocampo a 3, dove ha dimostrato di saper agire con estrema abilità anche nel ruolo di regista. Apre il gioco con il suo sinistro che è un piacere e quando c’è da mettere la gamba non si tira mai indietro. Il secondo, De Simone, classe ’97, ha ricoperto più il ruolo di alternativa di lusso in questa stagione. Saurini, però, quando in difficoltà, si è sempre affidato all’esperienza, alla forza e alla tenacia di questo ragazzo. In molti lo ritengono solo un buon mediano dalle grandi qualità organiche, il che è vero ma estremamente riduttivo. Perché De Simone ha dimostrato di avere anche grandi abilità tecniche oltre che un discreto fiuto del gol. Tra i centrocampisti azzurri è quello che porta in dote più reti, due realizzate soltanto in questo Torneo di Viareggio. L’impressione è che se Saurini gli avesse dato più spazio, probabilmente, il Napoli avrebbe raggiunto qualche risultato utile in più.

Impossibile non citare il brasiliano Leandro Henrique, più comunemente chiamato Leandrinho. L’attaccante classe ’98 che ha giocato le ultime tre partite del torneo realizzando altrettanti reti. Di fatti se il Napoli è arrivato fino ai quarti di finale della Viareggio Cup c’è gran parte di merito dell’ex Ponte Preta. Nelle prime due gare della competizione Leandrinho è stato infortunato e gli azzurrini hanno faticato a pungere in avanti, non è un caso che con il suo recupero siano poi arrivati i due successi con Bari e Bologna. Saurini e tutta la squadra sanno che dalle prestazioni del brasiliano passerà l’eventuale qualificazione dei partenopei ai playoff scudetto.

Infine possiamo affermare che il bilancio complessivo è più che positivo. Il Napoli ha disputato un buon torneo di Viareggio, raggiungendo gli obiettivi prefissati alla vigilia, anche se come già detto qualche rammarico resta. Ma soprattutto si torna a casa con una convinzione: quella di avere un ottimo gruppo che, se utilizzato al meglio delle proprie qualità, sarà certamente in grado di raccogliere importanti soddisfazioni in futuro. Ancor più importante, inoltre, è la sensazione che molti dei ragazzi presenti in rosa siano in grado di recitare un ruolo da protagonisti sulle scene del calcio professionistico italiano nei prossimi anni. L’augurio è che lo siano con la maglia azzurra sulle spalle.

Pasquale Giacometti
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