Reina 6,5: Problemi fisici e critiche l’hanno frastornato nelle ultime settimane, ma il tanto decantato contraccolpo psicologico non arriva. Certo, Immobile e compagni contribuiscono molto alla quasi inoperosità. Almeno nel primo tempo, dove la Lazio s’affaccia con il contagocce. Lui respinge bene su Felipe Anderson, s’avventura in un’uscita sgangherata e rivedibile su Immobile, ma viene graziato. Nulla di trascendentale, né di attaccabile. Nella ripresa salva su Keita due volte e, soprattutto, mantiene la porta inviolata.
Hysaj 6: Tiene bene la posizione, soffre in avvio, quando Milinkovic raccoglie un traversone nei suoi paraggi e arriva al tiro. Poi prende le misure, sbaglia poco anche in fase di palleggio e si lascia trovare sempre pronto. In zona offensiva latita un pochino, la poca fisicità degli azzurri gli impedisce di andare sul fondo e crossare come fatto con la Juventus in Coppa. La ripresa porta in dote qualche sofferenza di più e di troppo, il subentrato Keita punta e salta con facilità. Lukaku, poi, si sgancia dai compiti difensivi e crea qualche grana in quel frangente di campo. Salva bene su un tentativo di Immobile, nel complesso fa bene il suo dovere.
Albiol 6,5: Tiene botta, respinge colpo su colpo, soffre zero in un primo tempo dominato. La ripresa però porta qualche sofferenza in più, Keita e Felipe Anderson lo puntano e lo superano. Lui riesce a reggersi in piedi, prende bene le misure, limita alla grande e alla fine esce alla distanza. La fase centrale del secondo tempo è d’apnea, ma poi l’intero reparto riacquista compattezza.
Koulibaly 6,5: Fa sentire il fisico fin dall’inizio, è rude ma sempre efficace. C’è sempre, annulla Immobile e i compagni offensivi. Soffre sì a metà della ripresa, ma poi prende le misure, esce egregiamente. Prodigioso in alcuni frammenti di gara, mette la testa e il fisico al servizio dei compagni e sventa come può anche i pericoli più insidioso. La porta inviolata è una bella risposta alle tante critiche piovute in settimana.
Strinic 6,5: Corsa, gamba e anche fisico. Strinic fa il suo dovere e lo svolge sempre egregiamente. Sta meglio di Ghoulam e si vede, l’ha notato anche Sarri. Risponde presente con una prestazione più che convincente, soffre pochissimo dalle sue parti e talvolta si sgancia in fase offensiva. Lì potrebbe far di più, ma nel complesso è autore di una gran prova.
Allan 7: Garra e grinta, quella che forse era mancata domenica scorsa con la Juventus. Allora aveva pesato l’atteggiamento sufficiente sul goal di Khedira, stavolta l’energia e i muscoli giocano dalla sua parte. Fa tanta legna ma è anche dinamico quando si getta all’assalto dell’area biancoceleste. Il grande dispendio di energie gli fa perdere un po’ di lucidità negli ultimi sedici metri. La ripresa non cambia il canovaccio: solita grinta, solito gran lavoro. L’assist ad Insigne è una perla che mixa bravura ad un pizzico di fortuna.
Jorginho 7: Il goal dello 0-1 è confezionato dal trittico Mertens-Hamsik-Callejon, ma il piede da cui sgorga la verticalizzazione è il suo. Mette fuori causa centrocampo e difesa biancoceleste, per il resto della partita ha il predominio sulla mediana a due di Inzaghi. Preciso ma anche arcigno quando serve, riscatta una stagione da alti e bassi con una prestazione più che convincente. Amministra egregiamente nel secondo tempo il giro palla
Hamsik 7,5: Il lampo è quello di sempre, quello del capitano, dell’uomo simbolo. Lo trova a metà di un primo tempo bloccato, equilibrato. L’azione del vantaggio sgorga dai suoi piedi, combina con Mertens e poi serve un cioccolatino da scartare a Callejon: vale l’uno a zero. “Scompare nelle partite che contano”, si dice. Macché. Hamsik è vivo, vivido e vivace, si fa vedere con insistenza e sbaglia pochissimi palloni. Presenza fissa che ammattisce la Lazio. Poi cala: è fisiologico. (Dal 79′ Rog s.v.)
Callejon 7: Una rasoiata improvvisa, col classico inserimento alle spalle dei difensori avversari. Li lascia di sasso, sbuca all’improvviso e punisce per il goal dello 0-1. Il movimento è il solito, la rete – però – mancava dal 28 febbraio, in campionato addirittura da metà gennaio. Sono nove in A per lui, uno score comunque invidiabile. Specialmente per uno come lui, che in campo si sdoppia, si moltiplica, si – addirittura – quadruplica. Le energie non sono le stesse di inizio stagione, le capacità, le skills – però – sì. Lascia il campo stremato nell’ultimo quarto d’ora. (Dal 73′ Zielinski 6: Entra bene in gara, si rende protagonista sul contropiede dello 0-3 servendo a Insigne un cioccolatino da scartare).
Mertens 6,5: Mette lo zampino sul goal di Callejon, combina alla grande con Hamsik e da lì per 7 del Napoli diventa un gioco da ragazzi insaccare. Si era autodefinito centravanti, di mestiere, non falso. Un nove vero, che lavora per la squadra e per il goal. La rete manca, ma l’abnegazione è tanta. Rincorre gli avversari. Poi li punta, talvolta li salta, altre volte s’intestardisce e fa a sbattere contro il muro biancoceleste. Non è perfetto, a volte s’impunta e nel complesso risulta meno incisivo e devastante del solito, ma svolge il suo mestiere. (Dal 83′ Milik s.v.)
Insigne 8: Leader assoluto, acclarato ed acclamato. In campionato sono 14 e il record precedente (12) è già stato annichilito. Come la Lazio d’altronde, che in Insigne ha visto un satanasso scatenato e senza pietà. Ha dovuto prendere la mira ed aggiustarla, ha fallito una grandissima chance ma s’è riscattato già in avvio di ripresa. Con un tocco delizioso su suggerimento di Allan, la rete che ha annichilito e spaesato la Lazio. I biancocelesti, ad onor del vero, potrebbero tornare in partita. Ma Patric, da un metro, si fa respingere una conclusione a botta sicura. Da chi? Beh, da Insigne, naturalmente! Salvator della patria, e poi mattatore sulla rete dello 0-3. Il fatto che il rinnovo non sia arrivato è un delitto: firma, per favore!
Sarri 7,5: Il primo tempo è un elogio al Sarrismo, un elogio soprattutto al gap tra le due squadre. I sette punti di distanza sembrano esserci tutti, il Napoli annichilisce la Lazio fin dai primissimi minuti. Il giro palla è fluido, il presing alto, la squadra di Inzaghi fa tantissima fatica anche solo a respirare. Va in vantaggio, poi raddoppia. Cinico e spietato. Soffre qualcosina di troppo nella fase intermedia della ripresa, ma se la cava egregiamente. Poi gestisce, ma non si limita al giro palla: contropiede da manuale e tre a zero. Discorso Champions archiviato e rincorsa alla Roma ancora aperta.