La carica dei 102 gol stagionali: Napoli, non hai sofferto nessuna mancanza

Fare spallucce davanti ai ricordi. No, non era così facile. E neanche scontato. Eppure, a guardarlo oggi, non sconvolge neanche la brutale naturalezza di una squadra che non può non attaccare, non può non stupire, non può non emozionare.

Il Napoli fa 102, 102 gol. E solo Mertens ne mette a referto 30, da vero nove, da nuovo nove. Il pensiero, in fondo, non è cambiato in alcun istante: da luglio in poi, questa squadra aveva da colmare un piccolo, grande deficit. E ha finito per stravolgere totalmente i piani: che siano stati i propri, o quelli degli avversari.

Questo post in breve

DIFFERENZE?

Il Napoli viaggia alla stessa media gol dello scorso anno, ha segnato come l’annata passata, e forse gioca pure meglio. Da cosa dipende? Da un’idea di gioco consolidata, probabilmente. Ma anche dall’umiltà e dalla perseveranza con cui mister Sarri ha saputo raccogliere i cocci di un’estate pregna di quella delusione lì, di quell’addio lì. Non ha cambiato strada: ha cambiato interprete. Prima con Milik, poi con Mertens. Mai modificando un giocattolo che funziona alla perfezione. E che magari ha pure i suoi momenti di sbando: ma quando deve dar spettacolo, non salta alcuna nota dell’usuale spartito.

Differenze, ecco, non ce ne sono. Né un cambio netto nel modo di affrontare la fase offensiva. C’è stata una reazione, magari: che ha allargato gli orizzonti, così come il gioco. Esempio: Callejon, così sollecitato, non s’era mai visto. E stessa storia per Insigne. Il tridente è effettivo, concreto. Non è 2 più Higuain.

30 E LODE

Chiaro: godersi questo Mertens, poi, è tutto un altro discorso. A tratti bello, quasi commovente. Di sicuro, frutto di un meccanismo particolarmente oliato. Il belga, poi, ci ha messo tanto del suo. In termini di intelligenza calcistica e non, in termini di sacrificio e astuzia. Era un centravanti mancato: ha realizzato il suo sogno. Trenta gol son tanti, e son più del suo predecessore. Non che voglia dire tanto, ma qualcosa – soprattutto in riferimento a Sarri – ce l’ha da spiegare.

E qualcosa da chiedersi, invece, ce l’ha il Napoli: quanto contano quindi questi 102 gol? Guardando la classifica, forse la soddisfazione lascia il posto ad un minimo picco di amaro. È che non si può nascondere, né mascherare dai sorrisi del San Paolo. Forse quel deficit accusato a metà luglio s’è anche risanato, ma tanti piccoli pezzetti del puzzle vanno ancora ricomposti. Non è una questione del singolo fuoriclasse, né concerne l’intero e meraviglioso pacchetto a disposizione dell’allenatore. È tutto ‘a portata di testa’. E nelle responsabilità nei momenti decisivi. Non serve un Pipita a questa squadra: i gol non sono mai mancati. Serve chi ci sa stare, a quelle altezze.

crico

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