CdS Il Napoli di De Laurentiis supera il Napoli di Maradona

La storia sono loro: quei sessantamiladuecentoquattro spettatori d’azzurro fasciati che il­luminano la notte delle stelle, un’onda anomala per abbattere un muro eretto 22 anni fa e demolito sullo slancio di un’eufo­ria collettiva. Na­poli- Bayern è la nuova frontiera, la belle epoque che ri­sistema i conti con il destino a meno d’un decennio dal Fallimento e – incredibile ma vero – appallottola il record d’in­casso del 3 maggio 1989, Napoli-Stoccarda, l’andata d’una finale Uefa sopraffatta di slancio dal de­lirio di massa d’una città in fer­mento, trascinata di forza verso il San Paolo per riscrivere le stati­stiche e aggiornare il Guinnes dei primati.

BATTUTO DIEGO – Oh mamma, mam­ma, mamma: 22 anni e cinque me­si per cancellare un frammento (ma soltanto uno) di Diego Arman­do Maradona, per lasciare sul prato del San Paolo i cal­cinacci di quell’im­presa economica che all’epoca, in uno stadio più ab­bondante, riservò un incasso da favo­la o da brividi, fate un po’ voi: 4 miliardi, 570 milioni, 650 mila lire, l’equivalente – al cambio – di 2 milioni, 360mila e 543 euro, la vetta già strapazzata in prevendita e inevitabilmente condannata ad essere sepolta da una cascata di danaro (siamo poco sotto i 2 milioni e 400mila euro), da quella colata d’oro e di festosi­tà che s’avverte nell’aria. Napoli-Bayern è di fatto la madre di tutte le partite dell’ultima generazione, un evento reso imponente dall’at­tesa e dalle risposte ricevute, da quel fiume di uomini, donne e bambini agitatosi dalla Spagna e dalla Germania, dall’Olanda e per­sino dalla Norvegia e capace di ri­dimensionare – statisticamente – la portata d’un match rimasto appe­so come un poster dell’esistenza calcistica e anticamera d’un trion­fo da rievocare.

L’IMPRESA – I numeri da mille e una notte raccontano l’anima d’una Napoli ormai innamorata persa d’una squadra accattivante, la ca­lamita irresitibile che induce a scegliere Fuorigrotta per le pro­prie serate e ad aggiornare di vol­ta in volta l’archivio: la Juventus, appena gennaio scorso, pareva rappresentare il traguardo irrag­giungibile dell’era De Laurentiis, un Everest inarrivabile nell’imme­diatezza, con 2 milioni, 77mila 581 euro. Ma il calcio del Terzo Mil­lennio è in perenne evoluzione, prende a pallate la crisi economi­ca ed al san Paolo ha impiegato no­ve mesi appena per spingersi al di là della più fervida immaginazione, az­zerando gli scontri­ni di cassa del pas­sato e lasciando che persino il Real Ma­drid e quei 2 milio­ni 194mila 353 euro fossero ormai ma­teriale da conse­gnare agli scaffali.

IL CAMPIONATO – Il Bayern è un’os­sessione, ma il Parma che già sem­bra d’intravedere sull’erba del San Paolo, in un anticipo da vivere in compagnia, non rimane ingabbia­to nel dimenticatoio e i dicianno­vemila biglietti già sistemati, som­mati ai quattordicimila abbonati, spingono a credere che sia l’enne­simo sabato sera da quarantamila e passa, un’abbuffata che tra il Mi­lan, la Fiorentina, il Villarreal – i tre precedenti stagionali – avvicina (complessivamente) ai duecento­mila tifosi comples­sivi.

INATTACCABILE ­ Nulla è per sempre, anzi no: Napoli-Pe­rugia è per l’eterni­tà, a meno che non nasca un nuovo sta­dio, capiente come il vecchio San Paolo e dunque ca­pace di poter accogliere gli 89.992 che rappresentano il «clou» d’un pomeriggio d’un giorno da cani, speso principalmente per fischia­re Paolo Rossi e ignari d’essersi appropriati – in quel momento ­d’un primato destinato a durare.

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