“E venne il giorno in cui il Pocho tornò a far gol al San Paolo”. Da circa un anno è l’auspicio più ricorrente che tifosi e addetti ai lavori vorrebbero gridare ai quattro venti. Dalla genialata che rese meno amara la sconfitta interna con il Milan, Lavezzi ha trovato davanti a sè una saracinesca immaginaria, un ostacolo insormontabile alle sue doti realizzative casalinghe. Se a questo va aggiunto il dispendio fisico e tattico profuso in ogni partita, il digiuno si trasforma in martirio personale. Perchè si sa, per un attaccante, prima o seconda punta che sia, un gol equivale ad una boccata d’ossigeno. E il Pocho sforna assist vorrebbe riassaporare il gusto dell’acclamazione napoletana quando si gonfia la rete avversaria, per provare a smorzare anche quel luogo comune che lo definisce un fenomeno miope davanti alla porta. Se il destino lo accompagnerà nel’olimpo dei campioni dovrebbe sbloccarsi in una serata ad hoc, di quelle che finiscono negli annali e travalicano i confini materiali e non. Guarda caso tra poche ore arriva il Bayern Monaco, e il complesso di Fuorigrotta registrerà il record di incassi. Due indizi fanno una prova.
POCHO, SE CI SEI BATTI UN COLPO – Con quello sguardo un po’ così, e quella corsa un po’ così. Adottato dal popolo partenopeo fin da subito, Lavezzi è diventato un simbolo generazionale per quei tifosi che non hanno potuto vivere in prima persona i sette anni da Dio, anzi D10S. E’ dappertutto, dagli adesivi alle cartelle, dalle magliette ai portachiavi. Un tam-tam commerciale che segue lo stesso ritmo frenetico dell’argentino quando si destreggia in campo e ubriaca le difese. Quest’anno le sue qualità indiscusse hanno trovato sbocco in una maturità che prima non si riusciva a percepire. Accantonata una vita non proprio esemplare, il Pocho è diventato ligio al dovere e costante. L’unico problema, che è anche il cruccio di Mazzarri, è il gol. Certo, già ne è arrivato uno a Cesena, ma vuoi mettere cosa si prova a segnare nello stadio che ti osanna anche solo per come respiri?
SERATA ESPLOSIVA – Le strade si sgombrano al suono dei cingoli tedeschi. La corazzata Bayern non fa sconti a nessuno, vuole un cammino immacolato fino alla finale di Champions da giocare in casa: altro che Oktoberfest! I bavaresi, allo stato attuale, sono secondi in Europa solo al Barcellona per gioco, successi ottenuti, gol fatti e gol subiti (appena uno in undici partite). Superiori si, ma rispettosi di chi hanno davanti. E quando stasera scenderanno sul prato di Fuorigrotta avranno la consapevolezza di voler battere, secondo il loro parere, la miglior squadra di calcio in Italia. Una considerazione inaspettata che però non dovrà distrarre gli azzurri e soprattutto lui, lo “scugnizzo argentino”. Achtung Bayern, il Pocho vuole togliersi questo sfizio.
Giorgio Longobardi
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