Come uno dei più vigili e accorti addetti al recupero crediti, eccolo, inesorabile, insinuarsi tra muscoli, flessori e aduttori (perchè no, le menti) dei calciatori azzurri il tanto “agognato” (mica tanto) prezzo da pagare. Signori, ecco a voi lo stress da “grande”. Ad accelerare il processo di avvicinamente verso quello che prima o poi sarebbe di certo arrivato sono stati sicuramente alcuni infortuni che hanno privato il mister di elementi su cui si sarebbe potuto puntare senza troppa remore. Parliamo del “redivivo” Donadel, che avrebbe dato fiato magari proprio a quel Gargano che sembra essere colui che più di tutti ha pagato a caro prezzo il gioco del “non tirar troppo che prima o poi si spezza”. Di certo nell’elenco può essere incluso lo stesso Pandev, pseudo-sostituto di Cavani, emblema di questo Napoli col fiatone, ma anche Britos, “storico” infortunato dai tempi delle canotte e delle creme abbronzanti, che avrebbe alternato le presenze di Cannavaro e Aronica, in un quadro difensivo generale più disteso e riposato. Cose che capitano nelle migliori famiglie, gli infortuni, così come capita che una squadra dal giovane carattere, ancora fragile nella “tempra psicofisica”, orfana di un “faro” che illumini nei momenti in cui la luce in campo si alterna alla fioca “fiammella” di una candela. Ma c’è anche il Napoli che sorride, perchè ieri a Cagliari abbiamo tutti notato la buona prova di Santana, il quale, nel primo tempo, ha avuto il merito di trascinare il “fardello” della manovra d’attacco azzurra, con un Cavani e un Lavezzi non pervenuti. E non è solo, poichè anche Dzemaili non ci è dispiaciuto (ah,se avesse concluso meglio la sua discesa verso la porta di Agazzi) , aiutando sia in fasi di interdizione che in quella di costruzione, affiancando bene Gargano nella circolazione di palla e nella salvaguardia della linea mediana. Fernandez l’argentino, poi, ha brillato per ordine e disciplina, un pò meno in rapidità, ma di certo parte delle colpe cadono ancora nel discorso legato al modulo a 3 non ancora ben assimilato dal ragazzo. Gioie e dolori, quindi, si alternano in questo inizio di stagione per Walter Mazzarri, non ancora identificato in un ruolo preciso, ma consapevole di avere in mano un “giocattolo prezioso” in grado di sfatare tabù e di intimorire le regine del calcio. E molto probabile che senza la mentalità inculcata da Mazzarri, come qualcuno ha detto, con ogni probabilità la compagine parenopea sarebbe relegata in una misera metà classifica, poichè tale sarebbe stato il punteggio a fronte di alcune prove che avrebbero avuto l’effetto a catena anche sugli impegni successivi. Mazzarri ha, quindi, i meriti legati alla “testa” della squadra, ma la benzina che sembra avviarsi verso la “riserva” comincia ad essere necessaria, ed uno dei modi per poterne recuperare un pò, strada facendo, è sicuramente dare spazio ai “gregari”, gente che siede di solito in panca, anche se su qualcuno di essi sono più di uno i dubbi su di un eventuale inserimento. Ma questo potrebbe essere proprio uno dei principi “cardine” di questo momento degli azzurri, e cioè quello di responsabilizzare maggiormente gli uomini del “secondo tempo”, coloro ai quali un pizzico di maggior fiducia sarebbe la spinta determinante per entrare a pieno ritmo in questa squadra in cui i “tenori” hanno bisogno di riposare “l’ugola” ogni tanto, e per farlo hanno bisogni di alternative in grado di portare avanti gli “spartiti” studiati, stabiliti, poichè vincenti secondo le proprie concezioni. Ripartiamo quindi dalla bella prova di Santana & soci per aspettarci ulteriori conferme già domani sera, quando il treno udinese farà capolinea al San Paolo, in un incontro dal sapore di nuovo, non stantio, di vincente, poichè tali sono le annate delle due squadre più positive degli ultimi anni nel panorama calcistico italiano.