Ormai è una costante che si ripete di partita in partita: il primo tempo del Napoli è sinonimo di sofferenza. Anche con la Lazio gli azzurri hanno sofferto i ritmi alti degli avversari che hanno imposto il gioco fin dall’inizio del match, seppur questi abbiano probabilmente causato i quattro infortuni che hanno di fatti stroncato le speranze biancocelesti.
Ma cosa succede al 45′? C’è una sveglia. La solita che suona incessantemente nella testa dei giocatori del Napoli, che per paura di lasciare punti per strada e l’inesorabile trascorrere del tempo, decidono di alzare l’asticella ed andare dritti verso la vittoria macinando gli avversari come dei rulli compressori. È come se si riaccendesse una miccia ed il Napoli cambiasse passo. E anche nel match con i biancocelesti, così come fatto in precedenza con Atalanta e Bologna, è andata così. In cinque minuti i partenopei hanno regolato i conti. Allora la domanda sorge spontanea: come possono bastare solo 5 minuti per riacciuffare un risultato negativo maturato nel primo tempo, cambiando così radicalmente l’atteggiamento? La risposta a tale quesito ha una radice fondata: si trova nella consapevolezza. Quella di un gruppo che sa quello che deve fare, ognuno con un ruolo preciso da ricoprire, che sa che con la costruzione del proprio gioco, ormai collaudato, prima o poi la partita si rimette sui binari giusti.
Se poi in campo ci sono fuoriclasse come Mertens che segnano gol “alla Maradona” (questa volta il paragone c’è tutto, ndr), allora ecco la spiegazione! Dries, o meglio “Ciro“, così come ormai viene soprannominato dai tifosi napoletani, vince anche il duello con l’altro Ciro in campo, Immobile. Con il Mertens visto all’Olimpico non può esserci partita, ma solo ammirazione. Soprattutto per il gioiello realizzato dal belga in occasione della rete dell’1-3. Questa è la riprova che “l’animale” continua ad avere fame, e deve continuare ad assere sfamato. Perché questa sua fame può solo giovare agli azzurri che sanno che prima o poi Dries sente “driin“, spegne la sveglia e riparte la “maratona“, così come ama definirla Sarri.
Eppure verrebbe da dire: fino a quando sarà possibile continuare a svegliarsi solo nel secondo tempo? Per adesso in campionato è andata bene. Ma gli azzurri, se vogliono continuare questa marcia senza imprevisti e senza ripartire dal via come si direbbe nel gioco del Monopoli, devono assolutamente migliorare la gestione del primo tempo. Insomma, trovare una via d’uscita o un’alternativa. Soprattutto quando gli avversari chiudono gli spazi e pressano fino allo sfinimento. Perché si sa, non sempre Sarri potrà estrarre il coniglio dal cilindro.
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Martina Amitrano