Il tecnico della Nazionale Gian Piero Ventura ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi de Il Mattino. Queste le sue dichiarazioni, raccolte dalla redazione di SpazioNapoli.
Nazionale ed Insigne. “Non è facile colmare il gap dalle altre compagini, ci sono due strade: aspettare altri 15 anni che esca un altro Totti o Del Piero o mettersi al lavoro cercando di valorizzare i giovani. Insigne? Agli Europei ha giocato poco perché il modulo era poco adatto alle sue caratteristiche, adesso ce l’ha. A Madrid comunque non ha deluso meno di altri; il problema al Bernabeu è stato fisico, non solo qualitativo. Lorenzo è maturato nell’ultimo anno, ora è un calciatore completo. Apro una parentesi: andiamo al Mondiale, abbiamo 30 allenamenti in 20 giorni e la prestazione di Insigne sarà di gran lunga superiore a quanto visto finora. Il modulo non c’entra nulla. Inoltre vi svelo un retroscena sulla numero 10: è stato lui ad andare da Verratti per averla. Marco dopo qualche dubbio ha detto di sì, ora se la contenderanno loro”.
Jorginho. “Ho apprezzato il fatto che ci tenga a far parte di questo gruppo, ma tengo a precisare che noi giochiamo senza metodista. A mio avviso è il miglior interprete in questo ruolo, ma se non lo utilizziamo, è inutile chiamarlo. Solo con Israele ho adoperato un 3-5-2 ed in quel caso avrebbe fatto al caso nostro, ma c’era la necessità di dare continuità al gruppo”.
Lotta Scudetto. “Mai come quest’anno si sono accorciate le distanze: il Napoli prima giocava e divertiva, ora invece gioca e vince. Vincere è la cosa prioritaria. La Juve è invece partita con qualche difficoltà, ma ha i risultati dalla sua. Va bene anche vincere 1-0 come dice Allegri, però come spettacolarità svetta il Napoli. Mi auguro comunque che in questo campionato i giovani possano dimostrare tutto il loro valore”.
Var. “Meno male che c’è. Come tutte le esperienze all’inizio va metabolizzato”.
Diego e Dries. “Quale gol preferisco tra i due? Dico Diego: Maradona ha fatto tantissimi gol geniali, prendete ad esempio quello contro il Verona da metà campo”.
Passato azzurro. “Mi è rimasto solo rammarico, quando sono andato via io è iniziata la storia del Napoli; io faccio parte della preistoria. Adesso è una delle squadre migliori in Italia, ma già allora si capiva come il presidente fosse una persona ambiziosa. Mi ricordo tutto di quei sei mesi: i 60.000 contro il Cittadella, quando all’intervallo furono in 9 a chiedermi il cambio; ricordo Carmando, un punto di riferimento per tutti; Marino a raccattare giocatori fuori rosa in tutta Italia. Anche Napoli, dopo una settimana dissi che non era facile vivere qui, mentre dopo un mese ne ero affascinato”.
Mertens. “Ha dei numeri straordinari e sa fare tutto: il suo rendimento aumenta tenendo in considerazione le caratteristiche dei compagni. Inoltre ho l’impressione che sia davvero felice a Napoli”.
Nazionale a Napoli. “Non viene da un po’, vero. Qui però vale la pena di portare il Brasile, la Germania o l’Argentina. C’è bisogno di riprendere il filo con il popolo napoletano che si è interrotto da un po’. Ho chiesto alla Federazione di organizzare al San Paolo una grande sfida”.
Sarri. “Le formazioni di Sarri hanno sempre giocato bene: il Napoli è la squadra più organizzata della Serie A, come lo era a suo tempo l’Empoli. Molti allenatori fanno giocare bene le proprie squadre, dipende tutto dagli interpreti. La grande bravura di Sarri è stata quella di mettere questi campioni a disposizione del suo gioco”.