Era il 26 agosto 2010, la notizia era già nell’aria, ormai mancava solo l’ufficialità, il tam tam era serrato, i siti erano presi d’assalto, alla ricerca di ulteriori notizie, l’Elfborg passava in secondo piano, Fabio Quagliarella stava lasciando Napoli per approdare alla Juve. Una notizia choc, il capopopolo lasciava la sua gente, Masaniello preferiva altri lidi. In verità ad oggi di chi è la “colpa” di quel trasferimento ancora non si sa, nessuno ha mai detto tutta la verità sulla questione, forse per non creare inutili tensioni.
Sta di fatto che lo stabiese torna al San Paolo per la prima volta, da bianconero, bianconero juventino. L’anno scorso il destino, alquanto cinico e vendicativo, aveva privato il popolo napoletano della soddisfazione di fischiarlo, di vederlo soccombere, insieme ai suoi compagni, sotto i colpi di colui che l’ha sostituito. Ma nonostante la sua assenza e l’infortunio, i Napoletani si ricordarono di lui, un bel 71 giganteggiava nei distinti, con annesso il nome di colui che era passato agli odiati juventini per fare uno step successivo per la sua carriera.
Ora ritorna in quella che è stata la sua casa per un anno, tra quella gente che ha esultato ad ogni suo gol, quella gente che non lo accolto da messia, preferendo altri, ritroverà l’allenatore che pensava alle soluzioni per l’equilibrio della squadra e che forse facevano presagire tanta panchina, ritroverà quel presidente, che sborsò 18 milioni e passa per portarlo all’ombra del Vesuvio ammaliato dalla voglia di Napoli del ragazzo e che poi lo criticò apertamente quando si fece espellere per una banalità. Domenica sera sarà anche la sua partita, purtroppo l’infortunio dell’anno scorso ha pregiudicato “Lo Step” e mentre Lavezzi, Hamsik e company il mercoledì lottano con Gomez, Ribery e se va bene prendono pure qualche calcio da Badstuber, Masaniello è costretto ad allenamenti con la primavera o a vedere Vucinic, Matri e Krasic provare gli schemi della squadra titolare, in fondo questo è lo step successivo.