Ad avvalorare la tesi del solito “pasticcio all’italiana” fatto di gossip, parole a sproposito e false illazioni, arriva puntuale come un orologio svizzero il dietrofront dell’ex portiere della Juve Michelangelo Rampulla, dopo le gravi affermazioni di ieri, quando, nel corso della trasmissione “Diretta Stadio” sull’emittente milanese “7Gold” , affermò senza mezze misure che «A Napoli le sparatorie sono frequenti, all’ordine del giorno… tante persone muoiono a Napoli, quindi se in passato le partite sono state disputate si doveva giocare anche stasera… un morto a Pozzuoli è come se ci fosse stata una sparatoria, e quindi non c’era motivo di rinviare la partita». Oggi è intervenuto in diretta a Radio CRC nel corso del programma “Si gonfia la rete” dichiarando: “Napoli-Juve non doveva essere giocata. E se ho offeso qualcuno, mi dispiace e chiedo scusa anche perché sono anch’io un uomo meridionale poiché il mio preparatore atletico è di Napoli e la mia ragazza è di Salerno. Probabilmente alcune mie parole sono state trascritte in maniera sbagliata. Credo però che nella riunione di ieri mattina doveva essere presente anche la Juventus, ma poi era conseguenza logica, rimandare la partita anche perché al San Paolo non arrivano 500 persone ma 60.000. Ha poi aggiunto in riferimento all’aspetto tecnico della squadra azzurra: “Credo che il Napoli abbia l’organico giusto per lottare fino alla fine per il titolo. Certo, la Champions League assorbe energie fisiche e menatali però credo che il Napoli abbia una rosa talmente ampia che possa lottare su tutti i fronti. Nella lotta scudetto inserirei anche Juventus, Milan e Lazio”. Caro Signor Rampulla, senza voler enfatizzare troppo le Sue parole, dette senza cognizione di causa, e, cosa ancor più grave, senza riflettere, ci piacerebbe concludere questa sgradevole faccenda con uno dei modi di dire più efficienti che in questi casi si possa usare: Ha perso una buona occasione per stare zitto.