La notte di Dries Mertens sarà abitata dalla rabbia di aver sbattuto sul muro Ederson. Dai rimpianti per quell’occasione buttata via. E non l’ha nascosto, il belga, all’uscita del campo: dopo una prestazione che, nonostante tutto, va lodata.
Allan, perché no?
L’inizio balordo lasciava spazio solo a pensieri negativi. Presagi di una bufera imminente, ma mai scoppiata. Paradossalmente, o forse no, l’arcobaleno napoletano ha iniziato a farsi largo appena dopo l’ultimo tuono, quello più potente.
Il Napoli è stato bravissimo a non perdere la testa: era tutt’altro che scontato. Col baratro a un passo è sempre un’impresa restare coi piedi ben piantati a terra. Averli irrobustiti, con l’ingresso di Allan, ha fatto il resto.
La mancanza del brasiliano, in quei primi trenta minuti, s’è fatta sentire. Come garantisce filtro a centrocampo lui, nessun altro nella rosa azzurra. Forse un limite, più semplicemente un fattore che delinea l’importanza di Allan nell’economia della macchina sarriana.
La lezione del folletto
Il vero passo in avanti, comunque, esula dai novanta, intensi, minuti dell’Etihad.
Che, appunto, devono rimanere confinati in Inghilterra. Senza rischiare che Ophelia, coi suoi portentosi venti, li trascini per troppo tempo.
Un concetto che, con meno parole e qualche sguardo in più, ha espresso perfettamente Mertens all’uscita dal campo. Sarà che la sua personalissima sventura gli ha mantenuto gli occhi aperti, ma le parole del belga vanno incorniciate.
Concentrazione, fame di vittoria, voglia di non accontentarsi: sono stata una sintesi di tutto quello che, ora, deve caratterizzare la settimana napoletana. Sia perché questa squadra può e deve fare tanto altro, sopratutto perché s’inizia già a fare sul serio.
Squadra stretta, faccia… tosta
A partire da sabato, contro un Icardi maestoso, supportato da una squadra con qualche difetto, ma dannatamente cinica. Poi ci sarà di pensare alla Champions, di nuovo, perché la sola prestazione di stasera può non bastare.
La vittoria dello Shakhtar ha complicato un po’ le cose per il passaggio del turno.
La notte di Fuorigrotta dovrà gridare in faccia al Manchester City. Subito, senza aspettare prima di essere sbranati. Il resto dovrà farlo il Napoli, che rischia, altrimenti, di vedere lo Shakhtar scappare a più sei.
Servirà fare risultato, servirà l’impresa. Servirà una squadra stretta, con la faccia… tosta – come, più o meno, voleva Sarri – e capace d’incunearsi nelle incertezze inglesi. Una squadra che dovrà avere il fuoco negli occhi e la calma nelle vene.