“Sembrava che gli interisti sapessero tutto dei meccanismi sarriani, ogni tentativo del Napoli trovava una risposta. Spalletti ha preparato la gara come meglio non avrebbe potuto. Non aveva e non ha giocatori del livello del Manchester City, ma con altri mezzi rispetto a Guardiola in Champions è riuscito lo stesso a frenare la corsa del Napoli. “
Nel “Day After” di Napoli-Inter, scontro al vertice di Serie A terminato ieri sera con un pareggio a reti bianche, La Gazzetta dello Sport si è soffermata ad analizzare si la partita, ma anche la rosa azzurra, colpevole secondo la rosea di essere troppo corta.
“Questo pareggio sposta qualcosa nell’alta classifica? Nell’immediato sì, è molto probabile che oggi la Juve si riavvicini alla testa del gruppo. Sul lungo periodo no, il Napoli rimane favorito per qualità e volumi di gioco, ma la partita di ieri sera ha evidenziato una volta di più come Sarri abbia in mano una coperta
troppo corta. In situazioni simili, c’è bisogno di un piano B, di una sostituzione che sparigli e confonda i piani altrui.
La panchina azzurra però non offre granché. Sono entrati Zielinski e Rog per i soliti cambi ruolo su ruolo centrocampo. Milik si è infortunato e Ounas, un’aletta da svezzare, è diventato la prima alternativa d’attacco. Urge un intervento sul mercato invernale, il solo Inglese dal Chievo rischia di non bastare. Un grande gioco ha bisogno di grandi giocatori: il Napoli ne ha, ma non in abbondanza”.
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