Dopo una pausa di qualche settimana, si ricomincia con una nuova avventura che proseguirà per i prossimi mesi, durante, cioè, le regate invernali.
Ora, sono due le possibilità che mi ritrovo:
Una, è che potrei parlarvi dei vari campionati organizzati dalla Lega Navale di Napoli, di Pozzuoli, di Castellamare e, inoltre, del Campionato di Minialtura che sempre più spazio sta occupando nel panorama napoletano.
Ma, onestamente, credo che di tutto ciò potreste trovare ampio spazio nelle riviste e nei siti specializzati, descritti, inoltre, con una professionalità propria di esperti della vela.
E, allora, è per la seconda possibilità che opterei: evitare un resoconto”simil-tecnico” delle regate, ma raccontarvi l’esperienza di una velista che ad ogni regata accumula un bagaglio di nuove sensazioni ed emozioni: le mie.
Intanto vi presento lei, la protagonista indiscussa: “Lady Fuzikian-CIA sailing team”, un Bavaria 36 che, placidamente, si lascia dondolare nelle acque del Molosiglio durante la settimana per poi diventare la valida alleata delle nostre regate “femminili” durante i weekend. E sì, perché Lady Fuzikian, “Lady F.” per gli amici (!), è una barca il cui nome già dice tanto…vanta, infatti, uno dei pochi equipaggi esclusivamente femminili esistenti in Campania…e su cui l’atmosfera è sempre gradevole, in quanto a bordo ci sono prima di tutto “amiche” e poi “veliste”.
Ed è così, con queste premesse, che sabato abbiamo partecipato alla prima prova del Campionato Invernale di Pozzuoli.
L’appuntamento è alle 8, 30 in barca per poi raggiungere il golfo di Pozzuoli, dove è previsto il campo di regata.
L’inizio non è esattamente confortante, la timoniera parte subito con l’assunzione di antibiotici dicendo che non si sente bene (onore al merito che, nonostante ciò, sia in barca con noi!) e l’uscita dal porto ci accoglie con più di 20nodi di vento di grecale che, però, vanno diminuendo man mano che raggiungiamo il golfo di Pozzuoli ritrovandoci, così, in una zona più riparata.
Intorno alle 11,30 viene dato il segnale di partenza…chi ha fatto regate almeno una volta nella vita conosce l’adrenalina di quei momenti…l’orecchio teso a sentire i segnali dati attraverso il VHF, gli occhi puntati sulla barca comitato per studiarne ogni movimento, fino all’issata delle bandiere che segnalano prima i 5 minuti dalla partenza…che poi diventano 4…poi 2, ed infine il famoso “ultimo minuto”! In quei secondi l’adrenalina è alle stelle, è la sintesi della vela…si alza il genoa in pochi secondi, la prodiera, sul pulpito, urla le indicazioni per evitare collisioni e per cercare contemporaneamente di attuare le strategie di partenza già decise, si cerca di arrivare precisi sulla linea di partenza, né un secondo dopo, né un secondo prima…provando a non essere sottovento alla altre barche per non esserne coperti dalle vele, né ad essere sopravvento per non rischiare di essere “buttati fuori”…insomma, un concentrato di pensieri, azioni ed emozioni!
Alla fine si parte e la regata ha ufficialmente inizio! La nostra tattica suggerisce di preferire il bordo a terra, che, effettivamente, è quello maggiormente ventilato…ma è anche quello con più “salti” di vento, creando non pochi problemi alla timoniera che non si può permettere un attimo di distrazione.
E’ bella l’atmosfera in barca…si scruta il campo di regata alla ricerca delle raffiche, mentre il vento ci accompagna in una meravigliosa giornata di sole. Le decisioni, suggerite dalla tattica e dalla timoniera, sono sempre prese tutte insieme, in un clima sereno e per nulla teso, cosa che, invece, accade troppo spesso durante le regate.
All’arrivo sulla prima boa, purtroppo, abbiamo dei problemi tecnici con l’issata dello spi, che ci costringe a dover rinunciare all’utilizzo di questa importante vela per il resto della regata.
Devo ammettere che questi problemi, del tutto inaspettati, fanno crollare il morale dell’intero equipaggio…ma per fortuna lo sconforto dura poco e lascia spazio ad un nuovo entusiasmo. Ci riconcentriamo sul campo di regata e sui bordi migliori da seguire. Ed è con questo spirito che, nonostante i problemi insorti, riusciamo a recuperare alcune delle posizioni perdute fino ad un combattuto arrivo a due sulla linea del traguardo.
La regata, durata più di 3ore, finisce quindi intorno alle 15, quando possiamo volgere la nostra prua in direzione del Molosiglio. Si torna, quindi, soddisfatte per aver dato il massimo, ma un po’ tristi per la consapevolezza della forte penalizzazione dovuta alla mancanza dello spi. Ci chiediamo, infatti, quale posizione possiamo mai aver raggiunto in queste condizioni…
Potete immaginare, quindi, il nostro entusiasmo quando, qualche ora dopo, escono le classifiche e scopriamo di aver raggiunto…il TERZO POSTO!!
Lo spirito di equipaggio, ancora una volta, si è dimostrata l’arma vincente, permettendo la creazione di un sinergismo d’azione tra tutte noi e con la barca stessa e confermando di essere anche più importante di una partenza perfetta, o di una vela mancante!