Tuttosport, Damascelli: “Tutti sperano che la Juve perda, a Napoli giornalismo infantile! Spero che il pubblico…”

Nell’edizione odierna di TuttoSport si parla tantissimo del match del giorno, ovvero Napoli-Juventus. Ad analizzare questa partita sul noto giornale torinese, è stato anche il giornalista Tony Damascelli. Ecco il suo editoriale:

Non è necessario un referendum. Qualunque sondaggio porterebbe all’identica risposta: stasera una fetta d’Italia per la Juvexit. Trattasi dell’uscita della Juventus dal giro scudetto, non definitiva ma definita da eventuale sconfitta, pure con goleada, al San Paolo teatro dei sogni del Napoli e del resto della comitiva, Roma, Inter, Lazio e affini, speranzosi delle disgrazie altrui. Non c’è soluzione diversa: la Juventus gioca una delle partite più pesanti ma anche più pensanti di questo avvio di stagione, direi che si potrebbe, per paradosso, avvicinare a Italia-Svezia, tenuto conto che, in questo caso, abbiamo a che fare con due allenatori con i controattributi e di due squadre che non hanno soltanto italiani, in ultimo Lorenzo Insigne gioca e non andrà in panchina come accadde, per l’appunto, contro gli svedesi.

Le ultime di cronaca riferiscono che Higuain non ha la mano morta e potrebbe essere a disposizione, a Napoli hanno allestito un altro presepe intorno a questa storia, memori forse che gli argentini con la mano de Dios o no, la fanno franca. Oltre ai pettegolezzi e alle miserie di un giornalismo infantile, la partita è una cosa seria, intorno ci sarà il finimondo ma in campo, chi gioca, non avrà uno dei cinque sensi, l’udito intendo, abituato come è a situazioni ben più calde e aggressive. L’ultimo Napoli non è sembrato così brillante e vulcanico come sempre, ma non significa nulla; l’ultima Juventus è relativa, nel senso che la vittoria sul Crotone è stata letta con le giuste cautele. 

Sarri e Allegri vengono dalla stessa terra ma concimata diversamente, il primo deve ancora crescere di titoli e di comportamenti, il secondo ha nella linearità ma anche nella testardaggine pregi e limiti. Le loro squadre ne sono la proiezione tattica e tecnica. Mi auguro soltanto che il Var non venga mai utilizzato perché una ne fa e cento ne combina (sono come Hiroo Onoda, il soldato giapponese che per tre decenni continuò a credere che la guerra non fosse finita), spero che il pubblico di Napoli dimostri di essere da scudetto e non da mortaretto, spero che il calcio italiano non offra un insulso black Friday in cui nessuno ha bisogno ma molti vorrebbero. Ma so anche che vivendo sperando si muore digiuni“.

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