Disfatta o sconfitta? Ecco in che modo il Napoli deve ripartire dopo la caduta con la Juve!

Come si reagisce a una sconfitta? Una domanda quasi retorica, che però non si esaurisce così facilmente. In un interrogativo così semplice se ne nasconde un altro, ben più complesso: come si riparte da questa sconfitta?

Esatto, perché qui non si parla di ‘una sconfitta’ ma di ‘questa sconfitta‘: ‘La sconfitta’. La madre di tutte le cadute sul campo per un azzurro, tifoso o giocatore che sia. Perché che Napoli-Juve non fosse una partita normale lo si sapeva già, che quest’anno fosse ancora più speciale era lampante.

Il vero dubbio che emerge improvvisamente dopo la sconfitta è se la stagione del Napoli fosse davvero speciale come tutti avevano creduto. Ma parlare al passato è la scelta più conveniente? La stagione è per caso finita? La stagione è lunga, il campionato intenso. Giusto dunque parlare di sconfitta pesante, dura da digerire, ma non si utilizzi il termine ‘disfatta’.

Si legga tutto ciò non come un ottimismo controcorrente all’interno di una serata andata male sotto ogni punto di vista (tecnico e morale), ma soltanto come un freno al disfattismo che rischia di sovrastare e azzerare quanto di buono costruito finora. Certo, l’avversario era la Juventus e il sicario il solito fantasma del passato Higuain, quando la sorte si dà all’ironia funziona così.

Se si volesse fare un’analisi tattica, si potrebbe dire che le solite geometrie non hanno funzionato, che i passaggi più semplici sono diventati regali ai giocatori bianconeri (anzi gialli) e che quella fascia sinistra orfana di Ghoulam grida sempre più forte giustizia per essere stata privata del miglior terzino della Serie A.

Torniamo però adesso alla complessa domanda che ha dato origine a queste brevi analisi: come si riparte da questa sconfitta? Sicuramente con una grande, grandissima lezione: il campionato termina a maggio. Parlare troppo in anticipo è non soltanto poco saggio, ma anche precoce e vanaglorioso. Probabilmente una vittoria stasera avrebbe ingigantito ulteriormente l’ego di un Napoli mai sconfitto e sempre più primo in classifica.

Eppure adesso il Napoli primo lo è ancora, anche dopo aver perso uno scontro diretto (con la Juve) e averne pareggiato un altro (meno fresco, con l’Inter). Già, l’Inter. Tutti a parlare di partita scudetto stasera, eppure i nerazzurri rischiano di togliere il primato al Napoli già domenica pomeriggio. Ma questo rientra in una dinamica nuova, ancora non provata in campionato dal Napoli quest’anno: non essere gli unici padroni del proprio destino. Gli azzurri dovranno cominciare a sperare anche nelle sconfitte altrui e sarà questo, forse, il boccone più amaro da digerire.

Ma c’è quindi qualcosa da salvare di questo Napoli? Certamente. Perché non è una partita a spazzare via i fiumi di parole sul bel gioco, sulla forma fisica, sul Sarrismo e sul campionato da favoriti. Ripartire dai punti certi, quelli che hanno funzionato finora. In fondo la sconfitta brucia adesso, accompagnerà tifosi e giocatori nel risveglio di domani e negli sfottò di qualche bar. Ma poi arriva il lunedì e si ritorna al lavoro per il prossimo avversario. Ecco come si riparte: guardando avanti, per togliersi di dosso ogni fantasma del passato, soprattutto quando questi fanno gol. Gol pesanti.

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