Reina 6: Epifania sul campo da spettatore non pagante, viene chiamato in causa per la prima volta oltre l’ora di gioco. Non sicurissimo su un tiro centrale di Pazzini.
Hysaj 6: Gli avversari spingono poco, praticamente nulla. Nessuna necessità di badare con strenua attenzione alla fase di non possesso, più spazio alla spinta.
Albiol 6,5: Sembra dover issare bandiera bianca alla mezz’ora, stringe e denti. Sostanza e solidità, oltre alla consueta capacità di gestire il fraseggio nella primissima impostazione, sono 87 i palloni gestiti con una precisione del 90%.
(Dall’85 Maksimovic s.v.)
Koulibaly 7: Statuario, imponente, nel domare le esigue speranze offensive scaligere come nello stacco con cui sblocca una gara che sembrava stregata. Quarto sigillo stagionale. Decisivo anche quando foraggia il palleggio, precisione al 94%, non sbaglia praticamente mai.
Mario Rui 6,5: Tenuta e rendimento sempre più convincenti. E se contro l’Atalanta solo quello scivolone sul gol di Castagne ne macchiò la prestazione, contro il Verona impreziosisce una gara positiva in entrambe le fasi di gioco con l’assist da corner con cui pesca il movimento di Koulibaly.
Allan 6,5: Per un tempo sfugge all’occhio umano, ovunque. Taglia, cuce e affonda come in una sequenza matematica. Nella ripresa cala il ritmo ma non il rendimento, impeccabile e indispensabile.
Jorginho 6,5: Tanto della mole di gioco partenopea passa dai suoi piedi, dalla sua rapidità nel dettare la giocata e di pensiero. Pecchia prova ad abbozzare una gabbia, ma il risultato non è quello atteso. Sono 115 i palloni giocati con una precisione dell’83%, non disdegna neanche nel proporsi, nel concludere dalla media distanza. Solo un ottimo Nicolas si oppone ad un suo destro a giro nel finale.
Hamsik 6,5: Si alterna a Jorginho nel ruolo di playmaker con sagacia ed intelligenza tattica, minor propensione all’inserimento ma tanta legna a centrocampo per il capitano azzurro. Costante fonte di gioco, una sicurezza per i compagni. Con lui il pallone è in cassaforte.
(Dal 75′ Zielinski 6: Quando subentra la gara è già incanalata sui giusti binari, si limita alle sue dispense con diligenza e attenzione.)
Callejon 7: Finalmente può dar sfogo a quell’urlo rimasto lì, strozzato in gola, dalla gara casalinga contro il Sassuolo di fine ottobre. Il miglior modo con cui definire i tratti di una gara più che positiva, contraddistinta da attenzione, spinta e propositività. Ispira e attacca la profondità, di lì il guizzo su imbeccata precisa di Insigne.
Mertens 6: Al 17′ è lì, ad un passo dallo sbloccarsi anche in campionato. I tempi sono perfetti così come la giocata di prima intenzione, ma c’è il palo a sbarrare la strada. La brillantezza è crescente, così come la capacità di trovare i compagni e ricercare la giocata. Dopo la sosta tutti attendono il miglior Dries.
Insigne 6,5: Il Verona è da sempre tra i suoi avversari prediletti, ma proprio nella gara di quest’oggi sono tanti i fantasmi a palesarsi sul percorso del numero 24. Solita quantità importante di giocate a illuminare le folate azzurre sull’out di sinistra ma manca l’input decisivo, la chiave di volta. Una sfida che sembra persino stregata quando il suo colpo di testa si stampa sul palo a Nicolas battuto su preciso invito di Callejon, rimedia al meglio – comunque – restituendo il favore allo spagnolo che però non sbaglia.
(Dall’87 Rog s.v)