La decisione del giudice sportivo di oggi (LEGGILA QUI), a seguito dei fatti ti Bergamo durante Atalanta-Napoli che hanno visto il difensore azzurro Kalidou Koulibaly vittima di cori razzisti, ha decisamente lasciato interdetti i tifosi del Napoli e non solo. Tutti coloro che hanno rispetto per lo sport e per il prossimo, a prescindere dal luogo di nascita, dal colore della pelle e così via, non hanno gradito la scelta presa.
Ecco perché i tifosi del Napoli, in particolare coloro appartenenti al gruppo de Il Club Napoli Lombardia “Fratelli Partenopei” 1926 Brescia, hanno voluto far sentire la propria vicinanza al difensore senegalese pubblicando un comunicato e soprattutto una foto con tutti i membri del Club con l’immagine di Koulibaly sul proprio volto, scena già vista due anni fa al San Paolo dopo i cori ricevuti dallo stesso calciatore a Roma dai tifosi della Lazio. Di seguito il comunicato:
“Il Club Napoli Lombardia “Fratelli Partenopei” 1926 Brescia, vuole diffondere il presente comunicato in qualità di gruppo composto in primis da amanti del calcio e dello sport come potente e fondamentale mezzo di coesione all’interno di una comunità, in particolar modo in un paese come il nostro, la cui lunga e prestigiosa tradizione calcistica è ben nota a livello internazionale.
A seguito degli ennesimi episodi di razzismo a cui noi, cosí come tutti gli spettatori presenti allo stadio e quelli sintonizzati alla TV, siamo stati costretti ad assistere, ci chiediamo QUANDO gli organi di giustizia sportiva avranno intenzione di prendersi fino in fondo le proprie responsabilità, responsabilità peraltro imprescindibili per chi svolge questo compito, e agire CONCRETAMENTE al fine di imporre il rispetto di regole sancite dalla legge e dettate dal buon senso. Come è possibile trovarsi ad assistere, nel 2018, a una continua e feroce aggressione verbale da parte di un gruppo estremo di tifosi, nei confronti di un giocatore di colore che sta semplicemente svolgendo il proprio lavoro? Come è possibile rassegnarsi agli ENNESIMI cori discriminatori contro un popolo, nel caso specifico quello partenopeo, durante una manifestazione sportiva? Dove sono le istituzioni in queste circostanze?
È difficile poi stupirsi della totale assenza di etica negli stadi e degli episodi di violenza a dir poco barbari che ne scaturiscono. Normalmente, dove si verificano ingiustizie vi sono organi preposti che pongono rimedio con SANZIONI e PENALITÀ (i “cordiali avvertimenti”, come si è potuto verificare in questi anni, sono serviti a BEN poco), perché in Italia invece si continua inesorabilmente a lasciar correre? Auspichiamo, crediamo di parlare a nome di qualunque appassionato di calcio con un minimo di coscienza, un sussulto di RESPONSABILITÀ da parte degli organi di giustizia sportiva e degli organi mediatici e di stampa, che perseverano nel minimizzare, nel migliore dei casi, questa problematica.
Qualcuno dimostri a noi e a tutti i sostenitori di un calcio pulito e con dei valori, l’esistenza di un briciolo di etica sportiva a cui poterci appigliare per il futuro“.
ECCO LA FOTO:
