I napoletani, come ben sappiamo, sono legati alle credenze popolari, alle tradizioni – soprattutto religiose – e ai culti praticati affini ad esse. Può succedere, quindi, di ritrovarsi nel mese di settembre a pregare il santo patrono della città, affinché compia il miracolo tanto atteso, e rivolgersi ad esso chiamandolo amichevolmente “Faccia gialla” (la statua del santo nel corso degli anni si è ingiallita, il popolo quindi utilizza questo termine confidenziale.)
Calcisticamente parlando esistono, però, altri tipi di santi ad un livello che potremmo definire “più terreno” ed è anche a loro che ci si rivolge per richiedere miracoli, di altro genere, ma che risultano comunque un’impresa difficile. Nel momento in cui il compito viene assolto e i fedeli sono stati accontentati, si richiede la beatificazione di colui che, facendo il miracolo, ha dispensato sorrisi e batticuori alla popolazione.
In questo caso, il santo è lui: Walter Mazzarri, l’allenatore della compagine azzurra, colui che ha fatto l’impresa, che fa avanti e indietro a bordo campo per coordinare il gioco e per far sì che quella palla entri in rete. Schietto, vero e semplice nei modi di fare. Il popolo del San Paolo richiede per lui la beatificazione o, almeno, un qualsiasi riconoscimento che dia il senso del divino, perché non esisterebbe premio materiale in grado di ricompensarlo.
Insomma, è immensa la gioia negli occhi dei tifosi ed è reale, e ormai più concreta, la sicurezza che questo Napoli può raggiungere obiettivi importanti. Non ci curiamo degli scettici e dei maligni perché se tutto questo è un sogno … facitece durmì !
Francesca Forte