Reina 6,5: In alcune fasi di gioco il Benevento si propone persino oltre le aspettative, l’estremo difensore ex Liverpool gestisce il traffico in sicurezza. Pulito e sicuro in uscita e negli interventi.
Hysaj 6: Per un quarto d’ora le percussioni di D’Alessandro sono un problema non di poco conto. La vera sorpresa di un inizio gara con l’undici di De Zerbi con il cuore oltre l’ostacolo. Alla distanza l’ex Empoli prende le misure e le apprensioni da quelle parte scompaiono.
Albiol 6: Ritrova la titolarità con la solita sicurezza. Guida ferma della linea difensiva che soffre il minimo sindacale. Senza mai barcollare.
Koulibay 6: Pulizia in area di rigore badando spesso al sodo, sicurezza in uscita: è lui l’azzurro a giocare più palloni. L’unica sbavatura è condonata dal Var, Sandro era in fuorigioco.
Mario Rui 6,5: Il lavoro sulle orme di Ghoulam prosegue, e quando c’è da palleggiare non abbassa mai la testa. Sulla corsia di sinistra affonda e garantisce sempre il proprio appoggio al palleggio con 94 palloni giocati al 90′.
Allan 6,5: Samba e martello, ritmo e fosforo. Con lui a mordere le caviglie gli affanni in uscita del Benevento triplicano, a star leggeri. Poi c’è tutto il resto, mica poco, dalle cavalcate a perdifiato alla pulizia nella giocata (36 passaggi con 92% di precisione).
Jorginho 6,5: Frangiflutti e fonte d’ispirazione, centro di gravità nel vivo del gioco. Al triplice fischio sono 82 i palloni giocati e l’efficacia quasi sempre garantita (90%), fermarlo è nelle dispense impartite da De Zerbi ai suoi, riuscirci un altro paio di maniche.
(Dal 79′ Diawara s.v.)
Hamsik 7: Fermarsi non è più un’opzione, non è l’anno, non è il momento. Il centro numero 5 in stagione – 98 in Serie A – è un concentrato di quella dote, quei tempi d’inserimento che ne hanno fatto il recordman della storia azzurra.
(Dal 65′ Zielinski 6: Mezz’ora buona sui suoi livelli, per gamba e pericolosità tra le linee. L’invito per Callejon è al millimetro ma lo spagnolo marca troppo il giro con il destro.
Callejon 6,5: Un assist, tanti spunti, il solito corredo ad una prestazione da punto riferimento imprescindibile in ogni fase di gioco dell’undici partenopeo.
Mertens 7: Ci ha preso gusto già da un po’. E farlo brutto proprio non gli riesce, ancora una meraviglia. Si unisce alla sagra dei lob da togliere il fiato ed è lui, dopo la magia di Insigne che si spegne sul montante, a dare inizio alle danze: primo controllo da antologia e tocco sotto da mostrare in loop.
(Dal 76′ Rog s.v.)
Insigne 6,5: Pennella calcio, da sempre, trascende le misure e quel destro se si stoppa sul più bello è la solita dimostrazione sul rettangolo di gioco. Se nelle ultime uscite la brillantezza negli ultimi 20 metri sembrava sotto il solito, incontenibile, ritmo, i segnali sono quelli di un ritorno alla normalità.