Era novembre, era il primo, era d’autunno. Era d’autunno e cadevano le foglie, era una sera e cadeva Ghoulam. Cadeva Ghoulam e, con lui, cadeva anche il Napoli. L’infortunio dell’algerino sembrò inceppare l’intero ingranaggio azzurro, come se il tempo e il gioco si fossero fermati nel preciso istante di un ginocchio che fa ‘crac’.
Sembra un ricordo lontano, figlio di un altro mondo, certamente di un’altra competizione – e questo è vero – che è la Champions. “E ora?” si chiedevano tutti. Già, e ora? Perché Faouzi Ghoulam era una colonna portante del gioco azzurro, un motore instancabile, fondamentale nei suoi semplici meccanismi.
Chi sarebbe stato in grado di sostituirlo? Nessuno credeva che ne fosse capace uno dei rinforzi estivi, Mario Rui. Come a dire che quando sono pochi, si rischia anche di dimenticarli. Si è alzato dalla panchina, con l’umiltà che lo distingue e le capacità che ha sempre saputo di avere. Un inizio stentato, è vero, ma il tempo di prendere confidenza con le dinamiche di squadra ed eccolo perfettamente integrato.
I numeri sono un po’ impietosi in zona realizzazione, soltanto 1 gol e 1 assist per il portoghese, ma si pensi che il suo collega algerino di reti ne aveva realizzate 2 e di assist 0. Al di là di questo però, tanta sostanza. Ottima l’intesa con i compagni di reparto e con il suo prolungamento offensivo Insigne. Mario Rui si è preso la fascia sinistra, contro i più apocalittici pronostici. Vero, Ghoulam resta il miglior terzino sinistro di questo campionato, ma l’ex Roma ha dimostrato di essere un validissimo sostituto.
Torniamo ancora indietro, all’infortunio dell’algerino contro il City quella sera del primo novembre. La delusione, la disperazione, l’ansia nel sapere l’esito degli esami medici e nel conoscere i tempi di recupero. Poi questo recupero sembrava finalmente essere arrivato, ma il caso crudele ha voluto che quel ginocchio facesse di nuovo ‘crac’.
Eppure dopo il secondo infortunio di Ghoulam, le reazioni dei tifosi sono state diverse rispetto al primo. Non che ci fosse meno dispiacere, ma che questo fosse più per il giocatore che per la squadra, è un dato di fatto. Una squadra non più orfana del terzino, ma che ha scoperto di poter dare a Ghoulam tutto il tempo di cui ha bisogno per poter guarire. Ma non c’è fretta, per fortuna c’è Mario Rui.