Che l’Europa non fosse un ambiente caro a Maurizio Sarri ce lo si doveva aspettare quando ancor prima dei preliminari di Champions affermò che non esserci non sarebbe stato un dramma. Che sia per antipatia o per strategia, quello tra Sarri e le competizioni europee è sempre stato un amore mai sbocciato, una sorta di patto di convivenza costretta.
Tanto che ‘eliminazione’ fa rima con ‘liberazione’; più tempo per allenarsi, più riposo, meno impegni, insomma tutto quello che la Juve non ha e che al Napoli serve per vincere questa corsa con i bianconeri per lo scudetto. Perché lo scudetto quello no, quello non si molla affatto. È anzi l’unico vero obiettivo stagionale, un obiettivo così grande e importante da indurre a una parziale autodistruzione.
Prima la Champions, ora l’Europa League e al centro anche la Coppa Italia che non sarà una competizione europea, ma è comunque un dispendio di energie da sempre snobbato un po’ da tutti. Come un sub sul fondo dell’oceano, il Napoli abbandona la zavorra per andare in alto e respirare un’ossigeno tricolore. Il piano sembra essere convincente, ma c’è un dettaglio che non si può sottovalutare.
Contemporaneamente c’è un altro sub con la muta bianconera che, nonostante la zavorra, sale alla stessa velocità del suo collega e tra qualche metro i due si toccheranno: uno di loro, nell’impatto, rallenterà. L’impatto ci sarà il 22 aprile e se le velocità saranno ancora le stesse di adesso, sarà uno scontro più che storico.
Ragionando concretamente, il Napoli ha soltanto un punto di vantaggio sulla Juve e non è di certo un’assicurazione, anzi. Non si vuol essere pessimisti, ma tracciare un bilancio oggettivo: delle 4 competizioni disputate in questa stagione dal Napoli, resta in piedi solo lo scudetto, mentre dalle altre si è usciti senza troppe lacrime, anzi come per farsi da parte.
Spesso si sentono giocatori, allenatori e addetti ai lavori che vincere aiuta a vincere, ma in casa Napoli sembra che il perdere aiuti a vincere. Un paradosso partenopeo trainato da un sogno che offusca il resto, perché uno scudetto a Napoli vale più di un’Europa League. Tutto vero, ma se l’ossigeno finisse ancor prima della risalita? Se, guardandosi alle spalle, si vedessero le zavorre come occasioni perse per arricchire una bacheca ancora magra? Le somme si tireranno alla fine e magari si scoprirà se perdere sarà stata la strategia vincente.