Quando Raul Albiol arrivò a Napoli, nel Luglio 2013, gli azzurri avevano già l’etichetta di “difesa fragile”. Ed anche quella di “squadra che perde punti con le piccole”. E la situazione non è cambiata nelle stagioni successive: sia con Rafa Benitez, l’allenatore che lo ha voluto all’ombra del Vesuvio, che con il primo Maurizio Sarri, il gioco del Napoli è sempre stato eccellente, ma con evidenti lacune tattiche in fase difensiva. Che spesso, sono costate caro contro squadre di livello inferiore, abili a sfruttare le occasioni e a guadagnare punti.
Quest’anno la storia è cambiata, il Napoli vanta la seconda miglior difesa del campionato. Che potrebbe essere la prima (lo è stata per alcune settimane), senza il poker subito due giornate fa dalla Roma fra le mura amiche. Ma sopratutto, ha esponenzialmente migliorato il numero di vittorie di misura rispetto agli anni. Per ben sei volte quest’anno, sono arrivati i tre punti realizzando un solo gol. Lo scorso anno è successo solo in un’occasione.
E Raul Albiol ha deciso di diventare emblema di entrambe le rivoluzioni: non solo quella difensiva, che già precedentemente si era vista grazie anche alla solidità dello spagnolo, ma anche quella caratteriale. Il suo gol al minuto 78, nella sua gara numero 200 in Serie A, racconta una storia bellissima. O forse è solo un gran bel paragrafo di una storia ancora più bella, con un finale tutto da scrivere.
Tre punti dal gusto romantico, tre come i gol in Italia dell’ex centrale del Real Madrid, che nelle stagioni passate aveva già fatto centro con Atalanta e Frosinone. Tre punti che rilanciano il Napoli verso il grande sogno, quello che per qualche sogno sembrava sfumato, o meglio proibito. Per ora, il 18 Marzo rischia di essere ricordato come la grande notte di Raul Albiol.
A cura di Alessandro Cangiano
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