“Facile, ma non troppo. Non proprio come un compito delle vacanze, in questo caso natalizie, la partita con il Lecce. Il Napoli la affronta con la giusta tensione per raggiungere poi un appuntamento di Champions League che può segnarne la storia. La squadra di Di Francesco è arrembante, veloce, disinvolta, generosa, ma schiera una difesa incorreggibile. Dopo un avvio pensieroso, trascinato da Lavezzi (bel gol, ma soprattutto che incursione nell’area avversaria), il Napoli è cresciuto parecchio e ha superato, in blocco e brillantemente, una prova di maturità tutt’altro che scontata. E non c’è da storcere il naso solo perché l’antagonista, il Lecce, nonostante la buona volontà, è parecchie spanne sotto. Il Lecce non poteva impensierire più di tanto, tuttavia toccava al Napoli fare il Napoli in un test, col Villarreal alle porte, per comprendere se permangono margini per avviare la tanto auspicata rimonta in classifica e restare in corsa anche nella massima competizione nazionale. Ora bisogna valutare l’eventuale continuità di rendimento, come lascia sperare il fatto che Mazzarri abbia deciso di non inginocchiarsi davanti agli schemi e di utilizzare, per quel che può, le seconde linee. Senza Hamsik, entrato nel finale, inserire un centrocampista da mattonella costituiva un lusso, ma anche un rischio. Per essere precisi, più un rischio che un lusso. Un tipo come Pandev, invece, una seconda punta, in quella zona di campo, è un’altra faccenda. A legare di più con Lavezzi e Cavani, aspettando il buon Marek, ormai è chiaro, è proprio il macedone, che non disdegna qualche ritorno. La chiave di volta, però, è il Pocho. Con lui non esistono le sfumature, le mezze tinte. O ci sta o non ci sta, o si diverte o non si diverte. Che si diverta lo dimostra la regolarità con cui sta segnando – ovviamente sempre considerando la sua media, mai alta – ma anche la generosità negli assist. In più, egli è un semplificatore di gioco. Con lui, il Napoli cerca di più le corsie, la manovra è aggirante, più condotta per linee orizzontali. Il Lecce era quello che aveva messo fatto soffrire il Milan prima di capitolare (3-4). Il Napoli ha liquidato la pratica in un quarto d’ora, pur abbassando la guardia nel finale. Adesso c’è da inserire l’ultimo tassello per la Champions. Forse si stava meglio quando si stava peggio (meno impegni, meno stress) ma erano tempi ben più grigi, non si era immersi in questo cono di luce col quale l’Europa può illuminare il Napoli, e viceversa”.
Fonte: Il Mattino