L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza lo stato d’animo post-Napoli (e in attesa del Chelsea) di Maurizio Sarri, attraverso i racconti di chi lo conosce bene, nella sua Figline. Spiegano la tristezza del tecnico, ma rivelando una promessa decisa: “Ci ha confidato
che andar via dal Napoli è stato come perdere di colpo un pezzo della sua famiglia. Dove andrà Maurizio? Una volta al bar disse che dopo Napoli non avrebbe più lavorato in Serie A“.
Il limbo di Sarri
Sarri vive sospeso in questo fastidioso limbo. Non è ancora andato a Napoli a prendere le ultime cose. Troppa sofferenza. Della sua esperienza partenopea ha portato a casa soltanto il cane Ciro. Che non lo ha mai tradito. Aspetta una chiamata dal Chelsea (in questo caso potrebbe chiedere a Gianfranco Zola, con il quale avrebbe avuto più di un contatto, di fargli da vice), non è convinto dell’opzione Russia. Quello che lo preoccupa è il fatto che se non dovesse sbloccarsi qualcosa nelle prossime settimane resterebbe fermo. Gli amici spiegano che il tecnico se potesse tornare indietro rifarebbe le stesse cose e che il temporeggiare sul suo contratto era motivato dal disperato tentativo di vincere lo scudetto e, magari, dalla volontà di spingere il presidente De Laurentiis a costruire una squadra ancora più forte. Perché Napoli merita il tricolore.