Sarri, l’amico rivela: “Lo cercava il PSG, mi disse che non poteva allenarlo per un motivo. Aspetta il Chelsea”

Marco Brachi, allenatore e amico di lungo corso di Maurizio Sarri, ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini del quotidiano Roma. Eccone alcuni stralci:

“E’ un mesetto che non lo sento, dovevamo vederci a cena per la finale di Champions League, poi è saltata, c’è il suo futuro in ballo; meglio il silenzio assoluto. Lo volevano in Russia, ma un esteta come lui, difficilmente si sarebbe adattato a quel tipo di calcio. E’ vero, ha cinquantanove anni, ma i soldi non sono tutto nella vita. Maurizio è sempre stato affascinato dall’ipotesi Chelsea, gli piacerebbe tantissimo allenare in Inghilterra. Beh, parliamoci chiaro, sarebbe la squadra ideale per la sua idea di calcio. Là davanti hanno giocatori come Willian e Hazard che corrono tanto, sono sicuro che se dovesse andare porterebbe di sicuro qualcuno del Napoli con sé. Jorginho è il suo pupillo, anche se lo vuole il City, pensa che durante il primo ritiro di Dimaro, lo raggiunsi negli spogliatoi e mi disse: “Marco, in questa squadra ci sono due fenomeni”, uno era proprio il brasiliano, ideale per il suo tipo di calcio, l’altro Koulibaly. Ma difficilmente il Napoli venderà il difensore franco senegalese”.

“Napoli è una città straordinaria, solo chi non conosce i napoletani può dire certe inesattezze, ma bisogna viverla per  rendersi conto della sua magnificenza. L’amore dei napoletani per Maurizio è qualcosa che va oltre il calcio. L’ultima volta che sono stato lì, mi disse che lo cercava anche il PSG, ma è un club che non fa per lui. Sull’interessamento dei francesi aggiunse: “Come faccio ad allenare una squadra che a centrocampo ha Rabiot, Verratti e Thiago Motta?”, sono giocatori che non corrono, poco utili alla sua idea di calcio, molto dispendiosa. Parliamo di grossi calciatori, ma non attaccano gli spazi e non corrono senza palla, come invece facevano a Napoli gli Allan, i Zielinski, lo stesso Hamsik, Jorginho e via dicendo. Non è un allenatore per tutti. Non tutte le squadre ti lasciano fumare in campo, nello spogliatoio e persino sull’aereo, è l’ultimo baluardo di un calcio romantico ha ceduto ai soldi e alle multinazionali. Sono sicuro che non cambierà per nessuno”.

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