È bastata una notte a riaccendere tutte le speranze dei tifosi azzurri. Una notte per fantasticare, per sognare, per accarezzare un desiderio nascosto da tempo, ma finora irrealizzato. E – all’apparenza – irrealizzabile. Edinson Cavani, ieri, ha rifilato una doppietta al Portogallo.
Napoli s’è riaccesa con un sogno di mezza estate: il ritorno del Matador. Nelle scorse settimane, d’altronde, De Laurentiis l’aveva sussurrato: “Ancelotti mi ha chiesto un 31enne”. L’identikit era quello d’un attaccante. Cavani, d’altronde, ha proprio 31 anni.
Pezzi di un puzzle che sembrano incastrarsi a meraviglia: Cavani non ha nascosto la voglia di tornare in Italia, proprio all’ombra del Vesuvio, dove s’è sentito a casa per tre anni. Sì, l’identikit perfetto per far sognare i tifosi in un mercato finora dal basso indice di gradimento.
Ad infrangere i voli pindarici della piazza, però, subentrano alcune parole di Aurelio De Laurentiis, rilasciate in un comunicato ufficiale il 28 agosto 2016. Era l’anno della partenza di Higuain, era stata – soprattutto – la notte degli appostamenti all’Hotel Vesuvio, in attesa di un Cavani che non sarebbe mai arrivato.
“Io sono un grande estimatore di Edinson Cavani – disse Aurelio – Con lui ci siamo divertiti molto durante il suo soggiorno napoletano. Ha fatto tanti bellissimi gol, ben 104! Ma è difficile riportare nel Napoli un calciatore utilizzato nel passato. Non tanto perché sembrerebbe una minestra riscaldata, ma perché il Napoli evolve di torneo in torneo assumendo diverse e differenti teorie di gioco.
Ecco perché dico sempre che abbiamo bisogno di giovani e già i nuovi arrivati quest’anno contribuiranno fortemente ai successi del Napoli. E per parlare delle punte, giocatori importanti come Milik e Gabbiadini hanno grandi possibilità, nel Napoli, di trovare la loro consacrazione. Noi siamo responsabili del futuro della squadra e non dobbiamo fare operazioni a effetto. Non abbiamo bisogno di incantare nessuno. Si è tifosi per fede e non per la scelta dei calciatori”.
Parola fine. O forse no. Questo dietrofront, in fondo, risale a due anni fa. E se è vero che, come dice il patron, il Napoli evolve di torneo in torneo, magari oggi un pensierino sarà fatto…