Strano destino quello di Marek Hamsik in quest’inizio di stagione. La Cina sembra ormai lontana, anche dalla mente oltre che dal corpo: il capitano è risalito sulla nave ed è pronto a riprendersi il suo Napoli. Con Ancelotti a godersi i primi frutti della sua intuizione.
Hamsik parte due: da uomo mercato a riferimento della squadra
Fino a poche settimane fa, tutti si aspettavano l’offerta dalla Cina che avrebbe schiodato Hamsik da 11 anni di azzurro. Poi Ancelotti ha rimescolato le carte, con una telefonata ed un nuovo ruolo ritagliato su misura per lo slovacco. Oggi, con le voci dall’Oriente ormai lontane, si può ammirare il capitano azzurro che ben si destreggia in mezzo al campo, concentrandosi più sulle sue spiccate doti tecniche che sulla quantità. In allenamento, così come nei due test amichevoli giocati fino ad ora: entrato nella ripresa col Carpi, lo slovacco ha cominciato infatti ad illuminare, mantenendo il possesso e verticalizzando quando possibile, proprio come richiesto dal suo tecnico. Da segnalare anche un ottimo recupero a centrocampo, da mediano consumato.
Difficile e forse ancora prematuro dire se si può trattare di un nuovo caso Pirlo, che fu spostato da una posizione più offensiva del centrocampo alla posizione di play davanti alla difesa prima da Mazzone al Brescia (trascorso comune a quello di Hamsik, ndr) e poi confermato da Ancelotti al Milan, con cui è diventato grande. Quello che è certo è che ci sono i presupposti per assistere ad una seconda giovinezza dello slovacco, che con umiltà si è calato nel ruolo e offre uno sbocco in più alla manovra azzurra, incarnando caratteristiche di maggiore semplicità nella giocata lunga rispetto a ciò che poteva offrire Jorginho, più bravo nel corto, la scorsa stagione. E forse potrebbe essere proprio questa la differenza chiave tra il Napoli di Sarri ammirato nella scorsa stagione e quello che sarà il futuro Napoli di Ancelotti.
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LUCA SOL