Ha deciso di lasciare il calcio, di appendere i proverbiali scarpini al chiodo. Giuseppe Carcatella, ex calciatore della Primavera del Napoli, lascia definitivamente il mondo del pallone. Gli infortuni, perlopiù, alla base della sua scelta. Un calvario che l’ha perseguitato nella sua breve carriera e che ne ha forse limitato le potenzialità. Carcatella, che ha militato nella Primavera del Napoli nella stagione 2015-2016 ha comunicato la sua decisione con un post su Facebook, in cui si legge:
“Smetto di giocare a calcio, parto dal presupposto che ci vuole più coraggio a smettere che andare avanti. Nell’ultimo periodo il pensiero è stato sempre più frequente e mi faceva stare meglio. Negli ultimi 4 anni gli infortuni uno dietro l’altro sono state delle mazzate che piano piano mi hanno consumato la mente, ritrovarsi dal firmare il primo contratto da professionista ad un letto di ospedale con un ginocchio spaccato. In questi 3 anni ho provato sempre ad andare avanti, sfidando il destino, la sorte, però dio decide lui cosa dobbiamo fare nella vita e a me un preavviso l’ha dato già a 13 anni, dove mi cercava mezza Italia ma per colpa di vari personaggi mi ritrovai senza squadra fino a quando l’ultimo giorno di mercato il Frosinone decise di darmi una chance.
Decisi di mettermi in gioco e sfidare la sorte e il destino e credetemi sul campo non c’è stata partita… ero troppo più forte. Gol a grappoli contro chiunque : Lazio, Roma, Fiorentina, Pescara, Genoa, Juve, Torino, Parma, Sassuolo, Atalanta e tante altre. Ma siccome il famoso destino non riusciva a contrastarmi in campo decise di abbattermi in un altro modo e così inizió 4 anni fa un calvario di infortuni e buio. Non rimpiango niente, non rimpiango di essere andato via di casa a 13 anni e mezzo rinunciando alla mia adolescenza e ai divertimenti di quell’eta. L’unico rimorso è che preferivo dire: non ce l’ho fatta perché ho giocato ma ho fatto schifo. Invece no... il destino mi ha negato di giocare,ma mentre gli altri giocavano io ero alle prese con le risonanze, le tecar, i tutori, riabilitazioni, massaggi, ultrasuoni, onde d’urto , operazioni, ecografie. Ad oggi si è spento il fuoco e la passione ed è giusto che questa scelta la prendo io. Nonostante tutto ciò ringrazio le società che volevano darmi un’altra possibilità quest anno, ma io ho finito….”