“Ci sono vari modi per arrivare alla vittoria” – disse Ancelotti alla vigilia della gara contro la Sampdoria. E ieri il Napoli ha vinto, pur non esprimendo quella bellezza estetica che ha contraddistinto il suo gioco negli anni sarristi. Una vittoria cercata e voluta arrivata con un atteggiamento più efficace ai fini del risultato che del bel gioco.
UN CAMBIO RADICALE
“Non butteremo via ciò che è stato fatto in passato” – ribadì Ancelotti una settimana fa. Eppure contro la Sampdoria prima e ieri poi c’è stato ad un cambio radicale del Napoli, non solo dal punto di vista della gestione della rosa, ma anche dal punto di vista dell’interpretazione della fase offensiva. Meno possesso palla e più verticalizzazioni per favorire una manovra d’attacco veloce e risoluta. Inoltre contro la Fiorentina il Napoli è partito con un 4-4-2 che a tratti si trasformava in un 4-2-3-1, dando più libertà di movimento a Marek Hamsik che non è stato bloccato nel ruolo di mediano davanti alla difesa.
Ancelotti sta pian piano costruendo il suo Napoli. La squadra si sta abituando gradualmente ad un nuovo sistema di gioco. In particolare Lorenzo Insigne che ieri ha interpretato un ruolo tutto nuovo per lui, almeno da quando è a Napoli: la seconda punta alle spalle di Mertens. Tuttavia lo scugnizzo di Frattamaggiore è stato il più pericoloso del match, nonché il più decisivo. Grazie alla rete ha determinato il risultato finale e i tre punti, a dir poco fondamentali, in favore degli azzurri.
Quelli più restii al cambiamento sembrano però essere i tifosi. Il pragmatismo di Ancelotti vince ma non convince, almeno per ora. Il sarrismo ha positivamente condizionato la concezione di gioco della maggior parte dei sostenitori napoletani. Ora, però, gli stessi dovranno abituarsi alla risolutezza di Carlo Ancelotti e fidarsi di un allenatore che nel frattempo ha conquistato nove punti in quattro giornate, contro Lazio, Milan e Fiorentina (non avversari qualunque, insomma).