Com’è che aveva detto Ancelotti ad inizio stagione? “Il Napoli è mio solo quando perde, per il resto è dei tifosi“. Ebbene, oramai è opportuno legittimare Ancelotti come “Capo Popolo“. Le sue scelte, a volte discutibili a volte no, producono sempre effetti.
Nella notte di Champions, il 3-5-2 iniziale scelto dall’allenatore emiliano aveva sorpreso un po’. Sorpresa del tutto legittima se si pensa che era dai tempi di Mazzarri che il Napoli non scendeva in campo con una formazione così “difensiva”. Anche la scelta di affiancare alla coppia Albiol-Koulibaly il serbo Maksimovic, è apparsa azzardata se si pensa alla corazzata offensiva del Liverpool, che si presentava al cospetto degli azzurri con una media di 10,5 tiri in porta a partita in Champions League. Numeri mostruosi se si pensa che solo Salah in questa competizione ha una media voti di 7,56.
Già Salah. Salah chi? Verrebbe da dire. Perché la difesa azzurra ha avuto il merito di annientare l’irrefrenabile egiziano, fino a farlo scomparire quasi del tutto dalla manovra offensiva degli inglesi. A questo poi si deve aggiungere il muro predisposto a centrocampo con Allan, solito leone scappato dalla gabbia, ed un sontuoso Hamsik che dimostra, finalmente, il suo valore tecnico e la sua intelligenza tattica tanto desiderata dai tifosi quanto sbiadita negli ultimi tempi.
Non è un caso poi se questo coincide proprio in una partita in cui ha giocato in coppia con Fabian Ruiz, che gli ha permesso di spingere di più sull’acceleratore, staccando da alcuni dettami della cabina di regia, soprattutto se ad imbucare la parta ci pensa l‘uomo “Ancelotti” : Insigne. Cecchino infallibile per le squadra allenate da Klopp, lo stesso che si è complimentato con il Napoli per la prestazione e che alla vigilia sapeva benissimo cosa lo aspettasse, se solo gli azzurri avessero seguito a pieno le indicazioni di Carlo, la “volpe“.
Pochi accorgimenti alla formazione titolare, ma un cambio modulo essenziale. Un modulo, apparentemente difensivo, ma che di difensivo aveva poi ben poco. Una mossa servita per stanare il Liverpool e far vivere così una notte da Champions ai tifosi partenopei che, negli anni scorsi, hanno solo assaporato il gusto di una notte così senza mai finire “la portata“, perché bisognava preservare “lo stomaco” per la portata maggiore: il campionato.
Adesso che lo chef è cambiato, i napoletani hanno fame. Fame di vittorie come queste, anche al 90′. D’altronde si sa: il dolce va servito alla fine.
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Martina Amitrano