Manolo Gabbiadini, ex giocatore del Napoli, attualmente il forza al Southampton in Premier League sta trovando non poche difficoltà nell’insediarsi come titolare fisso tra gli undici di Mark Hughes. Intanto oggi affronterà Maurizio Sarri, suo allenatore in azzurro, e potrebbe partire proprio dal 1′ minuto. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Gabbiadini ha parlato del suo passato partenopeo, del rapporto con Sarri, della delusione Mondiale con la Nazionale e del suo presente in Premier. Ecco quanto riportato dalla rosea:
“È stato un anno tosto, il più sofferto per il risultato di San Siro e l’ impiego ridotto al Southampton. Ho vissuto momenti difficili. Fui sorpreso quando Ventura mi disse che sarei stato titolare. Nello spogliatoio vedevo la tensione sui volti dei compagni. Io ero motivato, San Siro pieno fu un’ emozione incredibile. Ho letto e sentito tante cose. Dico solo che avremmo potuto vincere con la difesa a tre o a quattro, con Insigne o senza. C’ era un’ atmosfera negativa già dopo l’ andata, quando perdemmo e prendemmo anche tante botte. Mi dà fastidio che si voglia addossare la colpa a qualcuno: abbiamo perso tutti. A fine gara nello spogliatoio c’ era chi piangeva, chi non si muoveva, chi ha fatto la doccia ed è scappato via. Ognuno reagisce a modo proprio, ci dà fastidio la consapevolezza che quella partita resterà nella storia e l’ unica cosa che possiamo fare è cercare di riportare la Nazionale in alto. Ricordo la festa con gli amici nel 2006. La prossima volta mi piacerebbe festeggiare in campo. E se non sarò nel gruppo, farò il tifo davanti alla tv perché la maglia azzurra è il massimo. Non conosco Mancini, il progetto è bello, però tutto dipende da come giocherò nel Southampton. Se giocherò…”.
Perché non gioco? Non so. La mia situazione è cambiata quando Puel fu esonerato e al suo posto arrivò Pellegrino. Tornai dalla partita con la Svezia e mi mise in panchina perché – parole sue – mi vedeva triste. Una scusa, ovviamente. Ma poi con Hughes la situazione non è cambiata. Non sono mai andato a chiedere spiegazioni, tanto avrei avuto risposte scontate. Continuo ad allenarmi e quando serve io ci sono. Come a Swansea: entrai nel finale e segnai il gol della salvezza. I tifosi mi vogliono bene, allo stadio cantano sempre un bellissimo coro dedicato a me». Però se avesse saputo che la stagione sarebbe iniziata così… Avrei valutato meglio le offerte che il mio procuratore Silvio Pagliari mi aveva sottoposto. Ma io davvero ci tenevo a restare in Premier. Non volevo arrendermi”.
Sarri? Gli stringerò la mano, certo. Non ho nulla contro di lui. Non mi piaceva solo la scarsa considerazione che aveva delle riserve, ma sul campo è davvero eccezionale. Non ho rancori verso nessuno, scelsi io di lasciare Napoli vista la situazione. Con il presidente ho sempre avuto un ottimo rapporto. Non fui nemmeno fortunato perché dopo l’ infortunio di Milik giocai contro la Roma, perdemmo e quasi inevitabilmente le colpe ricaddero su di me. Mertens segnò nelle partite seguenti e così per me non ci fu spazio. Ma prima di partire feci alcuni gol. Fu brutto lasciare Napoli così, sarei rimasto volentieri. Ma certe valutazioni le fai sul momento. A posteriori, magari, ragioni in modo diverso. Si è parlato anche tanto del mio ruolo: posso stare in avanti nel 4-4-2 e nel 3-5-2, esterno nel 4-3-3, dietro alla punta nel 4-4-1-1″.