Carlo Ancelotti, ospite nella redazione de Il Mattino, ha rilasciato una lunga intervista trasmessa in diretta sui canali facebook del quotidiano:
“I complimenti arrivano per i risultati che la squadra riesce ad ottenere. non si tratta solo di gol fatti e subiti. La squadra è stata apprezzata per la personalità ed il coraggio. Poi arrivano i risultati che servono. Perciò penso che i complimenti fanno bene, non ci devono far perdere la realtà delle cose, le difficoltà. bisogna vivere bene i commenti positivi ma non bisogna perdere il senso della realtà. Domenica c’è un’altra gara importante. De Laurentiis mi è sembrato schietto e leale, a dire il vero non mi aspettavo la chiamata del Napoli. Avevo pensato tutto ma non di venire qui, ero sicuro che si continuasse con Sarri.
Quando sono stato contattato sono rimasto sorpreso ma convinto che fosse la scelta giusta per il progetto, la qualità dei giocatori e l’entusiasmo della città. il presidente è vulcanico, molto generoso. Mi ha invitato tante volte, con lui si sta bene, non si parla solo di calcio, è un piacere passare una serata con lui e la moglie. A tressette io sono il più forte d’Italia (ride). A volte gli faccio credere che sia meglio lui. Bisogna informare i tifosi, ma così come i tifosi io informo anche lui. La formazione a volte mi è molto chiara, a volte ho qualche dubbio. Solitamente la mattina della partita l’ho già deciso. Con il PSG avevo un dubbio legato al centravanti ma era quasi tutta già decisa. La partita con la Roma? A Roma la mia prima grande esperienza, la città era molto più familiare e vivibile. Mi sono trovato molto bene. La Roma oggi è una grande squadra ed un avversario temibile. Il lavoro che non è poco è delegato a persone delle quali mi fido ciecamente. Dobbiamo tenere sotto controllo Dzeko, è una partita bella ed appassionante. Siamo in un buon momento e vogliamo tenerlo tale. La Roma ha preso giocatori giovani, ha cambiato molto a centrocampo. Non hanno più Nainggolan e Strootman, c’è bisogno di tempo per inserire i nuovi”
La rosa del Napoli era già competitiva, è falso dire che non sono stati fatti investimenti. Sono stati presi dei giovani molto bravi ma l’ossatura è quella degli anni scorsi. Insigne da esterno doveva rientrare molto, lo avvicinato alla porta per dargli freschezza. Dobbiamo crescere in personalità e nella gestione dei momenti difficili. La crescita avviene nel momento in cui siamo più convinti di quello che facciamo sul campo.
Il confronto con Sarri non mi dà fastidio, lui è amato perché ha raggiunto ottimi risultati. C’è dietro un lavoro di tre anni.
Il girone di Champions? Resta difficile, con i tre punti di Parigi sarebbe stato più facile. A casa nostra dovremo fare un’altra impresa. La spinta dei tifosi è importante ma non determinante, dobbiamo pensare a giocare come all’andata.
Sarebbe ora di vincere anche a sud di Roma, gli investimenti li hanno fatti solo al nord. Al momento c’è solo il Napoli, possiamo farcela, faremo tutto ciò che è in nostro potere e anche oltre. L’Inter ha gente tosta, è forte. In estate si a dietro ai nomi: l’Inter ha preso Nainggolan, il Milan Higuain, la Juve Ronaldo. Ma quando non si cambia tanto si hanno dei vantaggi. Il ritiro lungo mi ha aiutato a far capire il mio gioco ai calciatori, quando cambi tanto è difficile amalgamare i calciatori. Mi piace quando mi chiamano Carletto. Allegri? Ogni allenatore vuole vincere e far giocare bene la squadra, io dico che se giochi male non vinci. I calciatori più pagati in genere sono quelli più professionali e seri, perché altrimenti non si spiegherebbe la loro grande carriera. La gestione dei singoli è facile, quella generale è più complicata. La gestione varia di squadra in squadra. Allan? La convocazione è un premio meritato, ci teneva molto. Riesce a trasmettere il suo agonismo con continuità.
Ho fatto molta esperienza, mi piace ciò che faccio. Sono molto interessato e paziente, il più grande pregio è che rispetto tutti. Ho avuto discussioni con Berlusconi, Florentino e con Abramovich, ma mi hanno scelto loro. Per capire la bellezza di Napoli prima dovete abitare a Parigi, Monaco e Londra. A Castel Volturno si scherza e si ride. A volte trovi un ambiente familiare, come al Milan, altri invece si focalizzano su una fredda organizzazione.
Si può diventare amici di un calciatore purché si rispettino i ruoli. Ho ottimi rapporti con tutti, mi interessano i loro pareri. Ma c’è un limite. Meret? Rientra presto ma senza fretta, 15 giorni o un mese, non ha senso farlo rientrare prima della sosta.
Voglio portare il Napoli a vincere qualcosa. Si deve giocare su tre fronti. Essere competitivi significa non pensare che un ottavo di Coppa Italia sia una partita secondaria.