Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, ha parlato a Radio Kiss Kiss Napoli, in una bella intervista esclusiva.
Queste le parole del presidente azzurro: “Carlo Ancelotti è un grande uomo ed è un grande allenatore, da lui ci si può aspettare qualsiasi affermazione. Lui è uno capace ed umile, le sue sono affermazioni chiare: “Sono qui, amo questa città, amo i napoletani, qui è come rinascere”. Lo dice lui: questa squadra è composta da tanti talenti che lui sta scoprendo e crescendo. Io lo dissi: ci sarebbero volute sette, otto giornate per ambientarsi ma lui ci ha messo molto meno. Ha fatto tesoro del calcio di Sarri, reimpostandolo su un suo tipo di calcio, col 4-4-2, dove c’è già chi rende di più. Lui ha fatto giocare tutti, straordinario. A gennaio compriamo? Io dico che ancora non abbiamo visto Meret, il portiere dei prossimi vent’anni. Younes, per Giuntoli una furia della natura. Ghoulam, Chiriches, Verdi. Ma di che cosa dobbiamo parlare? Poi se per forza dobbiamo fare il calcio virtuale, allora io invito tutti i tifosi a fare col Napoli una squadra ideale e ad iscriverci a tanti campionati italiani.
Come ho convinto Ancelotti? Sono felice che lui sia felice. Erano cinque anni che era nei miei pensieri, ci eravamo già sentiti. Mi è sempre sembrato un uomo molto equilibrato, un equilibrio che io in tanti anni non ho mai visto. Il calcio è un ambiente molto ostentato, in lui ho sempre riscontrato saggezza e consapevolezza. Dal Real al Chelsea al Milan al PSG, lui ha sempre fatto bene. Poi, come calciatore, ha saputo gestire un problema al ginocchio con tutela e cautela che diciamo succhiava dalla sua cultura, dalla sua capacità di far gruppo, di essere squadra. Lui è stato anche un calciatore straordinario.
Var? Bisognerebbe fare delle correzioni. Perché ci sono state sette, otto sviste? La tecnologia deve essere d’aiuto agli arbitri, quando c’è qualcosa la cabina di regia non interviene ed aspetta l’arbitro. Non va bene, si ha o no la visione totale? L’arbitro non può averla tutta! La Var deve segnalare quel che l’arbitro non vede, c’è qualcosa che non è osservato pedissequamente, nel meccanismo del Var. Possiamo anche sederci al tavolo e discutere su un episodio, ma quella è una conversazione per migliorare. Qual è lo sbaglio dell’era contemporanea? Fatta una cosa, si lascia lì per vent’anni. Non si adegua, non si migliora, non si crea rodaggio. Tutto viene segretato come se fosse qualcosa gestito da altri. Noi paghiamo la FIGC, noi paghiamo gli arbitri, noi siamo i padroni del tutto, non altri! Bisogna creare un tavolo, altrimenti si deve intervenire pesantemente e chiedere dei danni, eventualmente: io non ci ho pensato, sono al di sopra di ogni sospetto, i traguardi non possono essere unilaterali, tutti siamo un gruppo di lavoro. Ma, memori di Calciopoli, a pensar male si fa presto. Ci si dovrebbe sedere con gli arbitri e cercare dei meccanismi per proteggere prima loro, poi noi.
Calcio italiano? Va migliorato trovando maggiori risorse, con accorgimenti che mi auguro Giorgetti e Gravina vogliano attuare. Devono, anche loro, trovare un modus operandi tra di loro. Ma finora le cose che stanno facendo sul calcio, secondo me, sono un mare di cazzate. Bisogna che queste cazzate terminino. Il calcio italiano rischia di finire in soffitta ma se si vuole ridar spazio e vitalità rispetto al calcio inglese o spagnolo o tedesco o francese, allora io dico c’è bisogno che una sola persona ha avuto ragione, inascoltata, dal ’97: parlo di Walter Veltroni. I club, diceva, sono società per azioni con finalità lucrative. C’è bisogno che si riparli della legge per gli stadi, che si parli di settori giovanili, vivai. Dobbiamo migliorare la Serie A, che è il motore di qualunque cosa. Dobbiamo avere la capacità di parlarne, in maniera costruttiva, per poter dire che se fatturiamo X abbiamo bisogno di fatturare X, Y e Z.
Meno sei dalla Juve? Lo scudetto è apertissimo, ora avremo un calendario più leggero rispetto all’inizio, negli ultimi anni si è alzata la competitività e i campionati sono più divertenti. Noi non abbiamo debiti con le banche ma c’è chi ne ha 3,4,500 di milioni di debito. Allora indebitiamoci anche noi per due miliardi e vinciamo tutti gli scudetti che vogliamo.
Cavani? Come fa a non mancare Napoli, dove ti affacci e vedi Capri? Qui ha i figli, una parte di cuore. Se a fine campionato, Ancelotti volendo, il PSG pur di evitare di pagarlo un anno a vuoto, ce lo desse in prestito, o cedendolo per una cifra simbolica, e lui si accontentasse dei sei, sette milioni, potrebbe succede, con tutte le valutazioni del caso. Per noi la filosofia è quella dei 24 giocatori. Chi è andato via forse è perché voleva essere monoprotagonista. Se vai in un’altra squadra, dove vinci uno scudetto pur non da protagonista come a Napoli, ti autoconvinci di esserlo stato. Io non posso permetterlo: è il Napoli che deve vincere lo scudetto, tutto, non un singolo. Questo è la base di ogni ragionamento. Nella vita si vince e si perde, bisogna saperlo fare sempre con dignità”.