Questi sono giorni da ricordare. Il tempo aiuterà a capire meglio che succede tra le quinte del Napoli. Il mesto pareggio di Novara e la sconfitta con la Roma sono forse una linea di confine tra due stili di gestione tecniche. De Laurentiis è deluso, troppe deleghe ha concesso, riprende ora il comando della società. Due i segnali: il primo, la malinconica cerimonia di auguri, il presidente senza ipocrisie e con insolito garbo ha spiegato il rammarico di fine anno. L’altro, la trattativa per Eduardo Vargas, “il nuovo Sanchez”. La notizia non è il suo ingaggio. È aver cercato un verde talento, con tre segmenti significativi. L’ha scelto Maurizio Micheli, capo dello scouting, finora poco ascoltato. Il fantasista dal tocco pulito e dal dribbling maliardo ha miti pretese nel contratto. Ma immense prospettive di carriera. Mettendo insieme questi tratti, si definisce un quadro rassicurante. È un dietrofront. È il ritorno al passato nella politica di mercato. È la società che torna ad investire su giovani di valore. Vargas, che venga o no, è la prova che i tifosi aspettavano: il Napoli draga i mercati alla ricerca di altri Lavezzi, Hamsik, Gargano, Cavani. E la smette di frequentare gli outlet del calcio o prendere articoli in liquidazione. Lucarelli, Santana e Donadel quanto hanno guadagnato e quanto han reso? Ha portato il Napoli in Champions non il gioco mirabolante descritto con enfasi da Mazzarri, ma la politica di una società disposta a pagare anche molto per comprare giovani di qualità e avvenire. Per otto undicesimi è la squadra del 2009. Ingiusto circoscrivere le responsabilità di scelte secondo un profilo sempre basso, da Sosa a Yebda e Mascara, da Lucarelli a Donadel e Santana, solo ad un giovane professionista come Riccardo Bigon. Quali fondi e quali poteri ha avuto, e chi l’ha guidato? Né si può accusare Mazzarri di aver preferito Inler, Dzemaili e Britos già visti in A, quindi pagati caro. Perché un allenatore impegnato con la squadra giorno e notte conosce a malapena chi è ormai emerso, quindi costosi elementi di mezza età già visti e collaudati nel circuito domestico, non sempre si documenta sugli emergenti come gli italiani Zeman, Trapattoni, Capello o come alcuni santoni internazionali, da Alex Ferguson a Bora Milutinovic. Lo stesso Mazzarri avrebbe ammesso di non conoscere bene Vargas. Non è affatto grave. Potrebbe averlo detto per non deprimere chi si sente in bilico per l’arrivo della stellina cilena. Avrà comunque tempo per studiare e inserire Vargas al meglio nella squadra. È stato invece un errore caricare di oneri un tecnico esordiente in Champions. Come si fa a decidere cessioni, acquisti e anche allenare? Ventuno punti sui 45 delle 15 gare spiegano tutto. Buona Champions ma campionato in rosso. La mestizia di ieri, il cambio di direzione sul mercato, il presidente che si riprende il Napoli. La chiara divisione di ruoli e responsabilità potrà solo far bene a Mazzarri, a Bigon e al Napoli.
Fonte: La Repubblica