Babbo Natale è arrivato al San Paolo. Ha girato per tutti gli stadi fino ad ora e finalmente è arrivato anche qui. Dopo aver narcotizzato il grifone, mai sceso in campo veramente, ha regalato il piedino buono addirittura a Gargano.
Ma andiamo con ordine. Cavani-Hamsik-Cavani-Pandev-Gargano-Zuniga. Con un intermezzo di Jorquera.
Ok! Facciamo un passo indietro. Torniamo allo stadio dopo solo tre giorni dalla disfatta coi giallorossi. C’è chi la sente particolarmente la partita contro la Roma e somatizza esageratamente per cui è indeciso fino alla fine se venire o meno in curva. Il freddo aiuta a decidere in senso negativo, la passione per il Napoli e gli amici lo convincono in senso positivo. Ma con calma, verso le otto, giusto perché la virtù sta nel mezzo.
Noi, invece, che quando si tratta del Napoli non conosciamo mezze misure, siamo i primi ad arrivare. Ore sei (del pomeriggio perché in questi casi è meglio specificare!) siamo in curva. Giornali prestati per tenere posti a iosa per gli amici che in un giorno lavorativo, pre-natalizio e di freddo arriveranno giusto in tempo per l’ingresso dei giocatori in campo per il riscaldamento. Riscaldamento. Quello che vorremmo in curva in una serata così gelida.
Qualcuno, timidamente, cerca di innescare il commento “Napoli-Roma”, qualcuno invece vuole dimenticare per sempre. Qualcun altro ha rivisto la partita. Masochista! Ma ne trae analisi diverse di quelle fatte a caldo. Saggio! In tutti i casi, i tre punti bruciano ancora. E dispiace per i gemelli del Genoa, ma stavolta a dargliele siamo noi. Ricordo quando siamo andati fin lì a prendere 4 goal in una partita in cui un po’ di storia c’è stata. Anche di errori arbitrali. Stavolta invece la storia non c’è stata. Noi avevamo la rabbia e la determinazione giusta, loro hanno giocato alle belle statuine. Forse aiutati dalla temperatura glaciale. (Scusate se insisto sul clima, ma sto ancora togliendo il ghiaccio dalle sopracciglia!).
Il pre-partita è alquanto goliardico. Si ride, si scherza. Ed in questo, per fortuna, non siamo molto diversi da domenica. Ci si organizza per diventare un gruppo sempre più compatto, con mangiate e bevute nel periodo natalizio. La verità è che cominciamo a prevenire la crisi d’astinenza da stadio, da calcio e da amici di curva!
I ragazzi entrano in campo per il riscaldamento e noi siamo pronti per il nostro rito. Anzi, no! Mancano componenti fondamentali del gruppo e quindi attendiamo. Intanto torna nelle casse la mitica “NON SUCCERDERA’ PIU’…” , parole che ci tranquillizzano, sia per la scaramanzia che per il significato.
Poi, comincia la partita. Un-due-tre-GOAL! Cavani ci ricorda che sa segnare. E il fatto che lo faccia senza il Pocho ci fa sorridere. E malignare. Ma torniamo alla partita.
Un-due-tre-GOAL2! Hamsik tenta di sbagliarlo. Poi la difesa del Genoa lo fa tornare in sé e gli fa capire che è arrivato il momento di toccarsi la cresta. Siamo felici, giochiamo solo noi, perché abbiamo voglia di farlo e perché, in effetti, non c’è nessun altro in campo. Ma torniamo alla partita.
Un-due-tre-GOAL3! Cavani scucchiaia la palla in porta sotto i nostri increduli occhi. La Roma è definitivamente archiviata. E pensiamo anche il Genoa. Certo, non c’è paragone, ma noi stiamo lì per prenderci 3 punti, con chiunque, e gridare goal almeno altre tre volte. Ovviamente, qualcuno si sente di consigliare agli azzurri in campo di conservarsene qualcuno per i momenti di magra. Ma sono impietosi e continuano ad infierire. Contro un Genoa che ci prova, segna con qualcuno che non riusciamo a capire chi sia. Ma non c’è tempo per riprendersi. Pandev sembra essere tornato quello dei bei tempi della Lazio. E, quindi, un-due-tre-GOAL4! Acclamiamo Goran, se lo merita. Il Napoli si rivela non Lavezzi-dipendente e dopo l’infortunio del Pocho la cosa ci tranquillizza tutti.
Il secondo tempo, invece, ha dell’incredibile. Il Genoa decide nuovamente di restare al calduccio degli spogliatoi. Il Napoli non se ne accorge ed entra comunque. In curva il clima è rilassato. Battute ancora sui carrelli da 150 euro l’uno, si dedica qualche coro al gemellaggio incoraggiando i rossoblu e contro i blucerchiati. Il nervosismo di domenica scorsa è solo un brutto ricordo e quando stavamo cominciando a sbadigliare, gridiamo scherzando a Gargano “Tira!”. Giuro che scherzavamo. Ma il nostro 23 è in vena di regali, sarà il Natale, e tira per davvero. Gran goal. Noi non gridiamo. Noi ci guardiamo tutti, uno ad uno, bocca chiusa e occhi spalancati. Cavolo!Quando la giornata ti gira storta, come domenica e altre partite, non ci stanno ragioni per raddrizzarla. Ma quando ti va dritta, ti succede che ti segna anche Gargano. E quindi un-due-tre-GOAL5! E a questo punto vogliamo il sesto. C’è chi vuole scrivere sul suo stato di Facebook:”Amo il tennis!”. E sarà accontentato. C’è chi vuole la tripletta di Cavani, ma a segnare invece è un altro che con i piedi verso la porta non ha proprio un buon feeling. Signore e signori: Zuniga! E un-due-tre-GOAL6!
A questo punto, una voce alle nostre spalle grida ad Aronica di girarsi e tirare, in un disimpegno davanti alla nostra porta. Glielo dice, appellandolo “Bestia nera di De Sanctis”. E allora un altro grida almeno una cinquantina di volte di darla sulla testa di Lucarelli. Gli vogliamo proprio bene! Il suo ingresso sembra più un saluto ai tifosi che una scelta tattica. E c’è chi riesce ad essere nervosa e arrabbiata anche in quest’occasione. Vuole un Napoli più combattivo, che non si sieda sugli allori. 6 goal e vuole ancora infierire. Le ricordiamo che è il Genoa, magari finisce il gemellaggio se infieriamo. Lei non vuole sentire ragioni, si siede ed è nera in volto. Dice che il Barcellona avrebbe continuato ad attaccare. Le ricordiamo che infatti non siamo il Barcellona. Chi è accanto a lei, invece pensa che troppo divario tra le due squadre fa’ della partita una noia mortale. Lui, non potrebbe mai essere tifoso del Barcellona, allora! Insomma, rendere felici i tifosi del Napoli è quanto mai complicato, ma questo non rovina la festa e alla fine sono contenti anche loro due!
E allora siamo tutti in vena di pacche sulla spalla, abbracci, risate e applausi. Applausi. Molti applausi, anche per riscaldarsi le mani, forse. Tanto che ad un certo punto mi chiama un collega un po’ distratto che non ricorda della partita, io rispondo perché si tratta di lavoro e mi fa: “Ma sei a teatro?”. Beh! Non è caldo e comodo quanto un teatro, ma la nostra curva è allo stesso modo accogliente e uno spettacolo ieri lo abbiamo visto.
Questa volta il parcheggiatore ha rivisto i nostri sorrisi. E noi il nostro Napoli.
Buone Feste a tutti e sempre Forza Napoli!